Poesia Vagabonda 2013

28 e 29 SETTEMBRE 2013
BIBLIOTECA ARCHIMEDE - SALA PRIMO LEVI
SETTIMO TORINESE Piazza Campidoglio, 50 - ORE 17

ASSOCIAZIONE CULTURALE DUE FIUMI
in collaborazione con ECM, Biblioteca ARCHIMEDE e
CITTA’ di SETTIMO TORINESE

ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili
info tel 3398099472
mail: manricolaz@libero.it


martedì 27 gennaio 2009

Genova


(Genova, 23 gennaio 2009, venerdi)
341_PRESENTE DI LATTA


ci siamo svegliati con una fronte increspata di rughe
e la pensierosa minaccia si è avverata:
la pioggia sottile uccide ogni illusione
di un accettabile giorno,
il mare impaurito si nasconde dietro il tendaggio
e ne schiuma di onde il bordo

in fuga senz’azzurro o bianco e nero,
in un corridoio di cenere uniforme su ogni versante,
un sottopassaggio interminabile di cemento a luce diffusa
che sbuca in vista di grù e navi ferme,
sagome di ferraglia ritta e coricata
in acqua fangosa

nel presente in scatola di latta e piombo,
per contrasto ti voglio ricordare
di come ci siamo stretti tenendo in pugno
giorni di smeraldo e blù zaffiro,
sorti con l’oro e sfumati nel corallo,
sparsi sul tavolo a carezze e occhi lucenti.

Genova


(Genova, 22 gennaio 2009, giovedi)
339_AMMIRA LA NUVOLA IN MOTO


bianchi pennacchi e piume avanzano dal fondo
sulla groppa scura di una carovana,
sbuffi di vapore da bocche di camini,
cime di neve coi piedi nella pozza
di acqua e carbone,
teste per aria tra la folla cupa,
segni ribelli schizzati sul muro vietato


non c’è parola veloce da scrivere in tempo
il mondo che di continuo ci passa in capo:
mentre cerchiamo la definizione,
il fenomeno è apparso e già consumato,
un odore di scarica scoccata ci pizzica il naso,
l’occhio stupito ancora non crede di aver visto il bagliore,
l’angelo che annuncia e svanisce,
la traccia di un atomo sullo strumento

una tendenza emerge con il suo contrario,
di entrambi occorre prendere nota e seguire sviluppi
ma una variante imprevista poi sorge
e scombina modello e certezze

ammira la nuvola in moto, esempio del dubbio,
gigante disposto a mutare in fumo
sostanza e opinione.

Genova


(Genova, 20 gennaio 2009, martedi)
338_CIELO BASSO


dal taglio di una tasca spunta sulla collina
un lembo di nuvola impigliata nella piega,
tre lampioni di topazio brillano
nel vapore che nasconde la cima


un albero nero, una casa di pietra, un traliccio affilato:
tre spille appuntate sul bavero di pelo bagnato
che pesa sul resto del corpo seduto
dentro la valle

nel cielo basso disceso,
la strada che sale si perde:
eppure di questa vicinanza non ci rallegriamo
anzi ritrosi all’occasione di potersi toccare,
ci ripariamo sotto cappuccio ed ombrello

infatti alto e azzurro
è il cielo che ci piace,
irraggiungibile esempio delle qualità migliori,
non lo specchio in cui ci riconosciamo
con il brivido umido strisciante nel collo.

Settimo - Gli strati di medio livello


(Settimo, venerdi 23 gennaio 2009)_367
GLI STRATI DI MEDIO LIVELLO,
CHIAMATI ANCHE NUVOLE NOIOSE


Passo il tornante in discesa, scalo la marcia quarta terza ,
nella zona d'ombra è rimasta la neve ghiacciata che non si scioglie
nemmeno nelle ore più calde
nelle ore più noiose.
Dentro l'abitacolo scorgo in fondo la pianura verso Vercelli,
uniforme sembra avere un unico colore
a parte il fiume che brilla nell'imbrunire
riflettendo il tempo che sta sopra di noi.

Accendo la radio,
qualcuno canta "Tutto il resto è noia.."
poi mi squilla il portatile, mi fermo, accosto,
sei tu ...
E mi dici portami a Casale che oggi....
muoio dalla noia!

Apertura


(Settimo, giovedi 22 gennaio 2009)_366
E VIENE VOGLIA DI PARLARE ALLA LUCE


Luminosa e tersa è quest'ora
netti e scolpiti i bordi delle montagne vicine.
Viene voglia di andarci a piedi a toccare l'azzurro
viene voglia di salirci sopra alla nuvola lunga che sembra aspettare
passeggeri per una gita.
Viene voglia di lasciare i pensieri per un altro giorno in un'altra luce
in un altra mattina magari con "nuvole noiose".
Viene voglia di parlare
alla luce luminosa,
indelebile luce di questo giovedì di gennaio ...

Settimo - Il laghetto ghiacciato vicino casa


(Settimo, lunedi 19 gennaio 2009)_364
GIOCHI


Giocano a nascondino
queste colline
fra la nebbia bassa e la foschia alta
poi tra una curva e l'altra il cielo striato dai colori
azzurro e grigio bianco.
La nebbia tra le case,
antichi portoni di quercia e borchia forgiata a mano,
antiche soglie e angoli che hanno visto moltitudini di bimbi
nascondersi e senza respirare scappare nella sera
che profuma di fieno fresco e d'estate cominciata.
Giocando a nascondino
come oggi fanno le colline di felci e quelle di foglia e betulla,
per poi correre a perdifiato sul crinale dove la nuvola bianca
ha preso la forma del cane.

martedì 20 gennaio 2009

Genova


(Genova, 17 gennaio 2009, sabato)
337_AL RIPARO


contro un fondale scarlatto,
un corteo di uomini e animali procede verso monte:
un asino e il suo conduttore,
che incalzato dal vento diventa rampante centauro,
un gregge di lana scura,
che si disperde inseguito da una belva panciuta

tutti corrono in cielo a quest’ora
per sfuggire alla notte in un riparo sicuro

nascondetevi di nuvole,
voi che cercate scampo allo sguardo del nemico,
copritevi con questi cuscini di ombra pelosa,
infilatevi sotto le spesse coperte che il buio lascia cadere,
uniformate il vostro calore alla pietra delle rovine,
che nessuno nelle tenebre
possa intuire il vostro essere vivi.

Genova


(Genova, 15 gennaio 2009, giovedi)
335_NEBBIA E NAVE


una sagoma scura nella nebbia sottile,
un vascello fantasma dagli alberi alti e il nero castello,
malgrado ci rassicuri l’ora diurna
è in sosta fuori dal porto

da solo attende un segnale d’ingresso,
un messaggio che garantisca l’accosto,
una squadra pronta in banchina,
una cima che lentamente tiri e trattenga uniti
due mondi

ci si tocca, ci si lega,
si scambiano gli anni tra stiva e terra,
in breve si è vissuto assieme

a lavoro concluso, voltate le spalle,
chi rimane muove al riposo,
la nave di notte al mare aperto.

Genova


(Genova, 14 gennaio 2009, mercoledi)
334_CONTATORE


azzerate il contatore: si riparte da mille

a minuti aspettiamo
la prima vittima da inserire nella nuova lista:
il numero ha un peso per cantare vittoria
o chiedere tregua
e con il punteggio raggiunto delle migliaia,
si può iniziare a trattare

vi spedirò mille lettere al giorno
da parte di quelli che non possono più farlo,
anche a nome di chi non teneva fra le dita la penna
per età o troppo impegno a restare vivo:
al posto vostro mettiamo le parole
che avreste voluto continuare a dire

per questo dobbiamo scrivere, noi senz’altro in mano,
che gli altri mille a nome di uomo
di cui parliamo.

Genova


(Genova, 14 gennaio 2009, mercoledi)
330_INVITO


secondo il foglietto,
i civili devono allontanarsi dai militanti
per far sapere che sono innocenti,
interponendo maggiore spazio tra loro:
più del metro che la densità consente,
più della distanza del braccio teso che ci separa

forse in piedi contro il muro,
muti per non essere ritenuti complici a portata di voce,
ad occhi chiusi per non scambiare intese sospette,
con le mani sulle orecchie per non ricevere ordini,
senza muovere passi in nessuna direzione,
immobili come già morti, si può scampare.

Settimo - Fitti rami


(Settimo, domenica 18 gennaio 2009)_363
ORE 9, LA LUNA SOLTANTO


Girandoti sul fianco.
Tutto il velo rosa azzurrino hai scoperto
per osservare la volpe e la sua tana tra l'autostrada per Milano
e il bosco di castagni e betulle.
Mattina di domenica in pianura, le nuvole muovono piano i colori
sul palmo della città lontana più di 130 chilometri.

Quei colori saranno un altro velo da scoprire
per guardarvi negli occhi, nuvole,
che portate messaggi colorati e sfumati in tutte le lingue del mondo:
per la volpe, il cinghiale, i cani alla catena, i gatti senza notte,
le anatre volate via, le lepri addormentate , il cuculo suonatore,
lo spazzino nuotatore, il bambino a cui è sfuggito il palloncino,
l'ubriaco del sabato sera,
le stelle non cadute e quelle annegate.

La luna d'argento nei capelli neri che ti ho baciato.
La luna d'oro sulle labbra che ti ho accarezzato.
La luna soltanto…
per l'amore,
l'amore che mi hai regalato.

Paesaggio collinare


(Settimo, martedi 13 gennaio 2009)_360
PAESAGGIO COLLINARE


Questa luna che tra la neve e il ghiaccio s'infila nel sole
come una goccia di mattina,
insegue i nostri giorni settimanane minuti
come fa il paesaggio collinare, fermo gelato immobile.
L'inverno guarda arrivare la notte che abbraccia
poi si cammina tra una curva e i castagni
ci si ferma ad ascoltare la collina e dopo,
non resta che immaginare il mare
non resta che guardare la luna tramontata
la mattina sfumata,
in un gesto che non riconosci più.

martedì 13 gennaio 2009

Genova


(Genova, 11 gennaio 2009, domenica)
327_NOTA PER LE VITTIME

esce in volo il drone dal suo nido,
in cerca di prove:
esplora il terreno e registra ogni segno sospetto

qualunque azione in campo avverso è confrontata
con l’archivio centrale dei pericoli latenti,
per reagire in modo adeguato al continuo allarme
dei loro tiri a casaccio

così vola l’angelo del signore sul nemico d’israele
e riferisce al superiore comando:
ma c’è un margine minimo d’errore
nell’interpretare la sua visione

un gruppo di bambini,
come banda di armati sul tetto della scuola;
un intenso via vai di ambulanze dall’ospedale,
come rifornimento in corso ad una base di lancio;
un carretto dal carico ingombrante,
il mezzo mimetico di trasporto per le munizioni;
dei passanti in corsa lungo i muri,
uno spostamento di combattenti

è urgente un diverso tipo di conflitto più gentile,
che causi solo vittime fra gli addetti
senza danni per gli spettatori:
una ostilità trattenuta nei limiti dell’utile,
un modello più evoluto che distingua
tra l’effettiva minaccia e la simulata aggressione

ci scusiamo intanto per gli spiacevoli errori
in cui siamo incorsi durante lo sviluppo
di una guerra migliore.

Genova


(Genova, 10 gennaio 2009, sabato)
326_DIREZIONE OBBLIGATA

nonostante i muri si sente
il rombo di fondo che insegue
la notte in fuga nel giorno

anche a vetri chiusi trapassa il sibilo costante
che circonda e scuote
alberi e antenne, stracci e tende

tiene sospesi i gabbiani e le voci,
disperde nuvole in fumo e confonde opinioni,
soffia sotto la porta e percorre in brivido la casa,
in ogni occasione a favore s’infila e suscita polvere:
conseguenze a contorno di una tendenza dominante

dietro l’angolo affilato dallo strofinio del vento,
viviamo un punto del giorno dove tutto si piega
in direzione obbligata.

Settimo


(Settimo, sabato 10 gennaio 2009)_359
METEOROPATICA

Il cielo muta a seconda dell'angolo da cui si osserva:
azzurro scuro poi grigio chiaro.
Il sole ha raggiunto il massimo della luce
e ci regala riflessi nevosi dai tetti.
Per te che sei meteoropatica,
quando una giornata è come oggi,
l'umore è ottimo:
stiri anche le lenzuola, quelle che si potrebbe fare a meno
perchè si tirano per gli angoli elasticizzati.
Anche il cielo oggi ha degli angoli che basta tirare,
il sole stira per bene la pianura con i suoi ricami bianchi,
la nebbia è sparita
e tu mi chiedi, ti va un tè verde?

Domani persiste l'alta pressione a Nord Ovest.

Settimo - Caduto


(Settimo, martedi 6 gennaio 2009)_355
PER I BAMBINI DI GAZA CHE NON HANNO MAI VISTO LA NEVE

Sento l'odore della neve che è caduta questa notte,
accendo la radio, il notiziario delle 7,30 informa:
a Gaza combattimenti casa per casa, altri nove bambini uccisi.
Con il terrore negli occhi
l'urlo non uscito
la lingua non parlata

Mentre nelle camere degli alberghi 5 stelle
qualche diplomatico ordina caviale e champagne
e prenota una serata in buona compagnia

Il ministro degli esteri Israeliano:
non ci possiamo fermare fino a quando l'operazione "piombo fuso"
non avrà raggiunto tutti gli obiettivi

Guardo fuori la neve e penso ai bimbi uccisi:
effetti collaterali li chiamano così i civili uccisi in guerra.
I loro occhi non hanno mai visto la neve
e non sanno che oggi è il giorno della befana,
sono solo effetti collaterali,
come una produzione industriale.
Chi collauda il vostro odio?
Chi verrà a spiegarci che non c'era altra via
se non la guerra,
chi verrà a spiegare alle madri ....
al vecchio novantenne che non ha più casa nè figli nè nipoti,
alla ragazza a cui hanno ucciso l'amore ,
alla maestra senza più scuola,
al fornaio senza grano,
alle sorelle senza più un fratello,
a una terra senza terra,
a un nome senza memoria,
agli occhi bambini senza neve.
chi collauda il vostro ODIO?

mercoledì 7 gennaio 2009

Il caso di Meteo-Diario

"Elementare caro Watson.." - disse Holmes -
"Pensaci un momento... Chi se non Lazzarin & Scheri,
potevano avere la brillante idea di avviare
questo blog di poesia ?"
...

martedì 6 gennaio 2009

Genova


(Genova, 4 gennaio 2009, domenica)
319_MEZZALUNA

notte di luna gelata,
lama ricurva di acciaio sospeso,
più tardi calando
spicchio d’arancia che scivola dal piatto
e il nero di collina l’inghiotte

le notizie della notte ci lasciano con il dettaglio
che di quindici secondi l’allarme precede il missile
e non sai dire dove possa cadere:
per reagire a questo terrore affidato al caso
si è deciso
di colpire obiettivi certi dall’altra parte,
dove siamo sicuri che il numero
compensi l’angoscia della sorte.

Genova


(Genova, 31 dicembre 2008, mercoledi)
317_PRESEPI INVENDUTI

i giorni più tristi sono tra natale ed epifania
per gl’invenduti personaggi dei presepi:
i giuseppe, le marie, asini e bovini ancora in mostra,
componenti duplicati di unica famiglia
in scatole separate

angeli smarriti sullo scaffale
all’annuncio di ultime offerte,
pastori in cammino con pecore al collo,
coricati allineati e chiusi in confezioni
di plastica e cartone:
splende in cielo una stella
e sibilando si abbatte a poca distanza
nel modello attuale di palestina esposto

il nostro di tre palme, capanna e stagno con le ochette,
l’abbiamo già riposto per l’anno venturo
sull’ultimo piano al buio della dispensa.

Settimo - Tanti nomi per la neve


(Settimo, domenica 4 gennaio 2009)_354
TANTI NOMI PER LA NEVE

Sono andato a camminare
fin dove finiscono le case,
ma le case qua non finiscono mai, ne costruiscono sempre di nuove,
magari poi per lasciarle vuote per anni.
Mi piace osservare la neve,
la poca rimasta sul margine di questa strada sterrata

dove sono passati due cani randagi che seguivano un odore.
Penso a Rigoni Stern in una intervista di Marco Paolini
mentre camminavano in montagna.

Paolini:
Perchè avete tanti nomi per la neve?
Rigoni Stern:
Certo, ogni stagione, ogni neve ha il suo nome.
Quella che abbiamo, questa, è la Brùskalan,

che è nel pieno dell'inverno,
poi, quando ci avviciniamo verso la primavera,

abbiamo la neve del cuculo,
la neve della quaglia, la neve dell'allodola, la kukneea,

poi abbiamo anche la neve della vacca appunto la Kuksneea.
In primavera, quando il sole durante il giorno scioglie

la crosta sopra e camminando non sprofondi quello è Haarnust.
Haarnust in longobardo mi dicono vuol dire corazza.
E’ la neve con la corazza, non sprofondi e cammini

e puoi andare dappertutto e quando è alta, poi riesci a camminare
a livello degli alberi non molto alti
e ti sembra di poter dire, quando non c'è più,

ho camminato a quella altezza,
era come essere sospesi nell'aria.
Paolini:
Su una nuvola?
Rigoni Stern:
Si, su una nuvola.

Brano dell’intervista tratta da
RITRATTI Marco Rigoni Stern dialoghi
edizioni FANDANGO LIBRI 2006

Settimo - La neve


(Settimo, martedi 30 dicembre 2008)_350
IL BARBIERE APERTO DI LUNEDI',
LA PARMIGIANA, LA NEVE, GENTE CHE PASSA

Il barbiere ha aperto anche di lunedì che è l'ultimo per quest'anno.
Mi dice:
"Ho provato ad aprire ma sono venuti pochi clienti
e poi sto aspettando la donna che mi aiuta nelle pulizie,
ma è in ritardo".
“Sarà per la neve…”, rispondo.

Poi inizia a tagliarmi i capelli:
"Solo un po’" - dico - "Siamo in inverno ...".
Guardo con la coda dell'occhio fuori
allora il barbiere
mi gira la poltrona verso la vetrina che da direttamente
sul marciapiede.
Fuori nevica, c’è un gran passaggio di persone:
molte imbacuccate con sciarpe e cappelli di ogni foggia e colore,
anche qualche copricapo stile russo o peruviano e uno texano.
Qualcuno ha detto che giudicava le persone
dalle calzature che indossavano,
per i copricapi bisognerebbe fare altrettanto.

Squilla il telefono:
Il barbiere mi dice che la moglie
ha preparato la parmigiana e che lo aspetta alle 13,
lui abita fuori verso il Canavese.
Quando sto per uscire dopo averlo salutato
entrano uno in fila all'altro sei clienti:
un papà con due ragazzini sui 10-11 anni
e poi due signori di mezza età,
un ragazzo con giacca a vento rossa e cuffia di lana arancione.
Sono le 11 passate della mattina .
Tutti chiedono se riesce a servirli.
Esco che nevica, mi metto sulla testa il basco,
vedo il barbiere al telefono che scuote la testa.
La parmigiana aspetterà a lungo e la neve
comincia a essere bagnata.