60_SOTTO SEQUESTRO
(Genova, 20 gennaio 2008, domenica)
la prevista bella giornata si rivela un inganno,
come un regalo promesso e ben diverso da quello atteso:
delusi guardiamo nel grigio
di una domenica incagliata sul basso fondale
non c’è maggiore tristezza di una nave
che non può navigare,
progioniera in banchina per debiti non pagati,
guasti troppo onerosi, carico illegale
deserta di equipaggio e vuota nella stiva,
si strofina e lamenta contro il molo incatenata:
il ferro si corrode in rosso,
l’ottone si ossida nel verde,
il legno si consuma di grigio,
la ruggine cola dalle ferite non curate,
la vernice si sfalda in brandelli
nient’altro che scambiare uomini e merci tra porti diversi,
dovrebbero fare le navi
e perdere la vita con onore in tempesta
o dalla fiamma smontate a fine carriera
e non degradare nell’ozio forzato
di un sequestro per infausto profitto
potevo toccare l’oriente, sfidare l’oceano,
andare venire carica di mercanzia e marinai,
di macchine in casse, di spezie nei sacchi,
chiamare le grù a servirmi e fischiando ripartire:
mi tieni a strusciare il fianco nella brodaglia
del giorno ogni giorno uguale
tutto costa fatica in simile giornata:
la bandiera pende inoperosa,
il fumo a stento si arrampica e sosta indeciso
come tutti gli arnesi usati che poi gettiamo in un canto,
come un gioco lucente fra le mani si offusca in relitto
anche noi ci culliamo consunti, cigolando nell’arsenale:
traditi dall’armatore,
nati per traversare il mare,
per mostrare il nome a tutte le coste,
invece costretti all’ormeggio di una vita indegna,
in attesa d’incerto riscatto nell’angolo
più nascosto del porto.

lunedì 21 gennaio 2008
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