Poesia Vagabonda 2013

28 e 29 SETTEMBRE 2013
BIBLIOTECA ARCHIMEDE - SALA PRIMO LEVI
SETTIMO TORINESE Piazza Campidoglio, 50 - ORE 17

ASSOCIAZIONE CULTURALE DUE FIUMI
in collaborazione con ECM, Biblioteca ARCHIMEDE e
CITTA’ di SETTIMO TORINESE

ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili
info tel 3398099472
mail: manricolaz@libero.it


giovedì 26 novembre 2009


(Settimo, venerdi 20 novembre 2009)_555
TRAMONTO AL SEMAFORO

Transumanza di parole
stagione dopo stagione
mese dopo mese.
Le parole cambiano si adattano come cornici
ai nuovi giorni dipinti.

Novembre
nei colori del caco maturo e non colto
finisce dentro i minuti:
volati come uccelli
festaioli dopo la fiera.

Transumanze di sorrisi
aspettando il verde
nello specchietto laterale
di un auto metallizzata
che riflette uno squarcio di cielo
con il sole del 20 Novembre che va via.

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(Settimo, mercoledi 18 novembre 2009)_554
NEBBIE, ZUPPE E VINO NUOVO

Tutto il giorno avvolta la collina da nebbia
sulle foglie cadute a terra
si è tramutato il tempo
quello andato nei porti lontani.
Oggi giorno da zuppa.

Il tempo delle foglie gialle è venuto
non passa mai
mai passa
siamo noi che lo attraversiamo
attraversiamo il tempo che sta immobile
avvolto dalle stagioni che rincorrono passaggi
nebbie avvinghiate alle vite
di vino nuovo.

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lunedì 23 novembre 2009

MeteoDiario alla Biennale di Alessandria



Enrico M.Lazzarin e Gianriccardo Scheri
hanno presentato il loro blog
sabato 21 novembre
alla rassegna "Autori e Città"
organizzata dalla Biennale di Poesia di Alessandria.
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sabato 21 novembre 2009

"Binario Zero" video



"Binario Zero"
poesie in vagone di Enrico M. Lazzarin e Gianriccardo Scheri
sui treni e nelle stazioni tra Settimo Torinese, Chivasso e Volpiano
venerdi 23 e sabato 24 ottobre 2009

durante "I LUOGHI DELLE PAROLE 2009"
Festival Internazionale di Letteratura
Città di Chivasso e Settimo Torinese

riprese e montaggio di Leon Laurent
grazie a Assoc. Les Droles

http://www.primaveradeipoeti.com/
http://www.lesdroles.com/

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Commento di Silvana Copperi

trascriviamo il commento di Silvana Copperi
a "Crocefissi, tanto rumore per nulla" di Angela Donna
del 10 novembre 2009
http://meteodiario.blogspot.com/2009/11/crocefissi-tanto-rumore-per-nulla-di.html
 
questo articolo è bellissimo. degno di essere letto e condiviso.grazie ad Angela per avermi chiarito le idee. anche se io non mi professo credente condivido la parola e l'insegnamento di Cristo e credo che anche lui oggi nella sua lungimiranza e purezza sarebbe d'accordo nel sostenere che vale molto di più quello che alberga nel nostro cuore e nella nostra mente e che il senso di giustizia e umanità non si misura unicamente in ciò che vediamo ma in quello che sentiamo e professiamo.

silvana copperi

20 novembre 2009 21.31

http://attraversomecopperisilvana.blogspot.com/

sabato 14 novembre 2009

MeteoDiario alla Biennale di Alessandria

Enrico Mario Lazzarin e
Gianriccardo Scheri
presentano MeteoDiario

alla rassegna "AUTORI e CITTA'"
organizzata dalla Biennale di Poesia di Alessandria

Sabato 21 Novembre ore 17.00
Palazzo Cuttica, Via Parma 1

Alessandria


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(Settimo, giovedi 12 novembre 2009)_552
SOLO UN INIZIO DI POESIA

Esco dal circolo dei lettori di via Bogino
a Torino:
un amico poeta, Franco Dionigi, ha presentato il suo bel libro "IN CASO DI POESIA".
Prendo il tram n.15 a Piazza Castello
sul biglietto che dovrò obliterare ho scritto un verso:
"addormentata è la ragazza Rom sulla panchina

aspetta la luna nuova e sogna di essere ancora una bambina ".
Salgo dopo cinque minuti come mi ha annunciato la scritta luminosa alla fermata
preciso arriva il quindici
oblitero il biglietto ma rimane nella bocca della obliteratrice
e non ne vuole sapere di venir fuori
provo con le chiavi dell'auto
un signore mi aiuta con un altro ticket
niente da fare
poi appare
la scritta intermittente
"IN CASO DI POESIA - FUORI SERVIZIO".
Sarà per le parole che ho scritto.
Salgono quasi al capolinea i controllori GTT e mi chiedono il biglietto
gli spiego quello che è successo
perplessi mi dicono
"Questa non l'avevamo più sentita da un po’…".
Dico "Beh, aprite l'obliteratrice e vedete che il mio biglietto è li dentro, no!"
"Senta non faccia il furbo e trovi un'altra scusa. Ha anche i capelli bianchi…"
"Senta lei apra la macchinetta e vedrà che il mio biglietto è li dentro, ha capito o no?

Neanche io ho tempo da perdere!".
Tirano fuori il passpartout e finalmente il biglietto obliterato

esce dal ventre della obliteratrice.
Il più vecchio dei due controllori mi chiede a che fermata sono salito e a che ora
rispondo prontamente come fossi un concorrente dei quiz di Mike Buongiorno

che assapora la vittoria di un bel gruzzolo.
Il controllore controlla le risposte sul biglietto che ha in mano
poi dice
"Lei ha manomesso un documento di viaggio con una frase scritta su...

non è più un ragazzino ...Non lo faccia mai più e meno male che l'ora e la fermata
sono state stampate e si vedono, ma comunque lei non può pasticciare i biglietti
e scriverci sopra, ha capito signore!"
"Si ho capito!"
"Ma era solo una poesia..."
Scendo dal tram che è notte
l'autista dice ai due controllori GTT
"Che di gente... cosi.."
Io sussurro alle stelle che intravedo andando verso il parcheggio a Sassi

dove ho lasciato "la grigia", la mia auto:
"Era solo…
solamente una poesia,
un inizio di poesia."

.

(Settimo, domenica 8 novembre 2009)_547
UNA PIOGGIA GELATA (1)

Esco dalla casa di amici dopo una buona cena
una pioggia gelata mi bagna.
La notte è sparsa dai lampioni,
su asfalto lucido
scendendo la pioggia rende tutto il paesaggio uniforme
liquido è il ritornare
la macchina scura si confonde con altre auto parcheggiate

nel silenzio della luna che non si vede.

Lontano dal posto ove ho cenato
mondi sconosciuti di riflessi arancio
formano forme distinte.
Metto in moto
l'auto grigia scura
tutto scorre.

Una pioggia gelata mi accoglie anche quando scendo
guardo l'ora l'una e tre minuti
faccio la strada senza ombrello verso casa senza riparo
senza fretta mi lascio bagnare
non mi va di rompere l'equlibrio della pioggia

schiudendo l'ombrello di colore granata,
fosse stato nero o grigio
l'ombrello,
l'avrei preso dal baule della macchina scura e aperto
l'avrei APERTO
per non bagnarmi.
Ma senza interrompere il flusso del colore
delle gocce gelate.

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(Settimo, domenica 8 novembre 2009)_548
UNA PIOGGIA GELATA (2)
 
Sono uscito con scarpe giuste
nere e di cuoio con i lacci e suola di para
quello che ci vuole
per questa mattina di pioggia
domenicale.
Vado a comprare il giornale
la pioggia è gelata come questa notte
ma la luce....ci inganna
mattina di luce soffusa quasi un ABAT-JOUR rimasto acceso
ci ha sorpreso nel dormiveglia.
Ore nove e quaranta;
ora posso dischiudere il mio ombrello granata,
aprirlo sotto l'abat-jour 
per ricomporre equilibri notturni.

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(Settimo, domenica 8 novembre 2009)_549
UNA PIOGGIA GELATA (3)

Ho comprato non il solito giornale perchè era esaurito
(uno scandalo politico a sfondo sessuale
lo aveva fatto sparire nelle tasche dei lettori della domenica)
così ne comprai un altro che non avevo mai letto
e forse non sapevo ch’esistesse.

Fuori dalla tenda del chiosco di giornali
ridischiudo il mio ombrello granata,
con un clak si apre in un secondo.
Che meraviglia il clak
cinque euro l'avevo pagato dal venditore magrebino fuori dall’ipermercato

una ventina di giorni fa
era un mercoledì e non pioveva
il problema era che l'ombrello si apriva anche quando non doveva
in meno di un secondo con il solito clak.
Ricordo a bordo dell'auto di una collega che ad un certo punto in una curva si aprì

oscurando la visuale del lunotto posteriore tanto che ci dovemmo fermare,
era una bella giornata di sole tiepido.
E’ un ombrello con una certa personalità pensai
riponendolo nel portaombrelli.

Quando aprii il giornale lessi nella cronaca locale che erano aperte le iscrizioni
per il corso da ombrellaio:
lessi per due volte,
il corso per imparare ad aggiustare ombrelli
si aprivano le iscrizioni fra tre giorni, era esclusivamente per disoccupati.
Guardai fuori stava smettendo di piovere
ripensai al corso…
per disoccupati che..diventeranno ombrellai…
mah…


(Genova, 13 novembre 2009, venerdi)
432_TRE GRADINI

delle nuvole a tre gradini
congiungono la collina e la riva:
quello immerso è di marmo venato in azzurro,
nel mezzo, di stabile granito che lampeggia,
il terzo in ardesia è l’ingresso al pavimento uniforme

in una vela gonfia di libeccio, la pioggia ci sale incontro:
ben difesi da doppi vetri,
si riduce la tempesta in ticchettio nel silenzio della stanza

una carica in esaurimento di un moto di rotelle,
il tempo mancante ad una bomba nascosta
o alla completa cottura nel forno,
allo spegnersi delle candele dopo l’offerta:
ad un altare nascosto
volevo rivedere il quadro in penombra
delle anime nostre in purgatorio.
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(Genova, 3 novembre 2009, martedi)
429_LIMPIDO

ancora grondante si rialza il fondale,
reclinato nella notte in pioggia e vento:
i colori lavati risplendono,
una riga netta è tirata tra i due capi
in cui siamo compresi
e sopra si distingue una nave appesa

una punta di coltello incide i contorni,
un tratto deciso di penna
separa l’acqua dal cielo
e perfino le mie ragioni oggi risaltano sullo sfondo

un mattino di soluzioni a portata di mano,
così limpido da poter prendere le case di fronte
e disporle in modo diverso,
in altra storia e panorama.

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venerdì 13 novembre 2009

Dispacci giapponesi di Stefano Faravelli


Dispacci giapponesi di Stefano Faravelli, report di Stefano Folgaria. 04/11/2009. Tra Hakone, il lago Ashi e il monte Fuji.

Ogni giorno, sul sito http://www.youtube.com/emozioninvideo una "pillola" dal Giappone, un viaggio seguito passo passo attraverso un minuto di immagini e racconti. Il prossimo libro di Stefano Faravelli nel suo farsi.Potete iscrivervi alla news letter del sito www.stefanofaravelli.it per essere aggiornati mensilmente.

"BanglaDash" di Alberto Mori



Soggetto e voce di Alberto Mori / riprese e montaggio di Gino Ginel musica: Gowinda - "Shiva - Wish You Were India" / prodotto da "semprecreativapoetica" / novembre 2008 / per gentile concessione dell'autore /
http://www.albertomoripoeta.com /
http://www.youtube.com/user/AlbertoMoriPoeta

martedì 10 novembre 2009

La "Casa della Poesia" a rischio chiusura.


Allora è proprio vero?
"NEMO PROFETA IN PATRIA"

Cari amici di Casa della poesia, le notizie che dobbiamo darvi continuano a non essere piacevoli. Pur svolgendo in questi mesi un'intensa attività in tante città italiane e all'estero, pur avendo raccolto grandi successi ed entusiasmi nelle ultime cose organizzate (Napolipoesia nel parco, Incontri internazionali di poesia di Sarajevo, Verso Sud a Reggio Calabria, gli Incontri dedicati al Centenario di Alfonso Gatto, gli incontri in "Letture senza confini", i tour italiani di Jack Hirschman, di Paul Polansky, di Maram al-Masri, ecc. ecc.) la situazione della struttura fisica di Casa della poesia rimane problematica e ancora a rischio di chiusura o trasferimento.
Come sapete ormai da tempo a questa crescita continua del progetto e della considerazione internazionale di cui gode, agli impegni sul territorio nazionale e all'estero, corrispondono problemi di natura finanziaria e di relazioni con gli enti pubblici locali che mettono in grave difficoltà la struttura proprio nel nostro territorio. Dobbiamo quindi segnalarvi di nuovo e con forza il pericolo imminente.

È davvero a rischio la stessa esistenza di Casa della poesia!

Ricordiamo che il 2008 è stato l'anno dell'apertura della "casa dei poeti" la struttura residenziale di Casa della poesia che rende la nostra organizzazione unica probabilmente non solo a livello nazionale, ma forse a livello internazionale. E ricordiamo anche che il prossimo anno, 2010, Casa della poesia realizza il quindicesimo anno di attività, un traguardo importante, straordinario per una struttura indipendente.
Torniamo a dare i numeri di quella che ci ostiniamo a considerare una straordinaria impresa: quattordici anni di intensa attività, circa 40 grandi eventi realizzati in varie città (Napoli, Salerno, Baronissi, Pistoia, Trieste, Sarajevo, Potenza, Benevento, ecc. ecc.), incontri, progetti, seminari, in tante città italiane e all'estero, collaborazioni con Ministeri ed enti culturali di tanti paesi europei ed extraeuropei, circa 400 passaggi di poeti di ogni parte del mondo, una bella biblioteca internazionale, una mediateca, un archivio audio ("Le voci della poesia") tra i più ampi e vasti del mondo, laboratori di produzione audio e video.
E come già detto l'apertura di una casa-alloggio per poeti che fa di Casa della poesia, nell'insieme delle sue attività, una struttura forse unica al mondo per complessità, approcci, aree di intervento e sviluppo.
Casa della poesia è un'impresa culturale riconosciuta e riconoscibile a livello internazionale, apprezzata e presa ad esempio, con relazioni internazionali di livello altissimo (Università, Ministeri, Ambasciate, Istituti di cultura, Associazioni, Enti pubblici, Case della poesia, ecc.).Facciamo appello ad amministratori, uomini politici, imprenditori, disponibili a "leggere" i risultati e la qualità dei progetti di Casa della poesia e ad impedire un ulteriore impoverimento culturale del nostro territorio.
Intanto noi proviamo a proseguire le nostre attività (ma non sappiamo ancora per quanto), insieme a coloro che in questi anni sono stati protagonisti (i poeti) e testimoni (gli amici di CdP) del nostro lavoro, con la speranza di non dover rinunciare e trasferire tutto il patrimonio di lavoro, relazioni, contatti, materiali, conoscenze e competenze, in altri ambiti e territori.
Chiediamo a tutti voi di essere vicini, come lo siete sempre stati a Casa della poesia e di partecipare come potete al difficile momento.
Se volete partecipare e contribuire ci sono diversi modi possibili, piccoli e grandi gesti che possono aiutare a tenere in vita una struttura che per 14 anni ha dato spazio e voce ad una cultura dell'impegno, della partecipazione, della solidarietà, dell'incontro.

Il primo è un gesto semplice e piccolo (ma anche questo per molti è impegnativo): acquistate per voi, per un regalo, per i vostri amici del cuore, uno o più libri della Multimedia Edizioni. È questa la maniera di darci autonomia e l'aiuto di cui ora abbiamo bisogno.
http://www.casadellapoesia.org/estore-elenco/multimedia-edizioni/Libri
Secondo:
per coloro che vivono nel nostro territorio, partecipare alle iniziative di sostegno della nostra struttura.
Terzo: chi può faccia da tramite, da sprono, da sollecito alle istituzioni locali, ad amministratori, politici, imprenditori.
Siamo certi di avere il vostro aiuto e di ricambiare continuando a portarvi tanti progetti e la grande poesia nazionale ed internazionale.
Un caro saluto.

Raffaella Marzano & Sergio Iagulli
Info: 089/951621 - 089/953869 - 347/6275911
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“Una riflessione sulla caduta del Muro” di Paolo Castagno

In questi giorni si celebra il ventennale della caduta del Muro di Berlino. Un anno straordinario, che mi ha lasciato il ricordo emozionante del grande Mstislav Leopol'dovič Rostropovič che suonava il violoncello addossato alle rovine, di tanti uomini e donne che festosamente danzavano e cantavano alla fine di un’epoca di divisioni. Ma mi torna anche il ricordo amaro della rivoluzione rumena, che versò fiumi di sangue nel Natale del 1989, e di Piazza Tien A Men in Cina, troppo in fretta dimenticata – in nome dell’economia e della politica – da tutti gli Stati del mondo.
Mi sono tornati in mano questi versi che scrissi nel 1986, quando tutti pensavano – e ci credevano realmente – all’eternità del Muro, totem immobile a cui furono immolate tante vittime dell’idiozia umana. In quegli anni, il Muro veniva superato, abbattuto, dagli Intellettuali di tutta la Terra, che riuscivano comunque a far dialogare le due parti del mondo diviso: erano gli anni formidabili in cui organizzavo mostre di Arte Postale dove esponevo opere di Artisti dell’Est europeo che riuscivano – nei modi più impensabili - a superare la cortina di ferro prendendosi gioco dei potenti. Oggi ben poco è rimasto di quell’epoca, se ancora oggi all’interno delle Democrazie occidentali si continua a parlare di censura alla satira politica, di controllo dell’informazione, di giustizia iniqua. Nuovi muri in cui è difficile fare breccia, se non alzando la voce e ricevendo querele.




L’eternità del Muro

Assorbiva radiazioni e pioggia,
graffiato, senza radici lungo i fiumi,
come un laccio a chiudere il sanguinare del mondo.
Conosceva l’uomo e il mutare delle stagioni,
lavorato dall’erosione e dal gelo.
Ricordava l’Ecce Homo. Stava lì inutile,
come un moribondo in croce;
chiedendosi se l’eternità è un dono agli dei
o una presenza del Dio per chi servì le sue creature.

(20 aprile 1986)

Paolo Castagno
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“Crocefissi, tanto rumore per nulla” di Angela Donna



Mi chiedo, nella mia semplicità (ma, beati i puri di cuore…) perché “tanto rumore per nulla”: nuovamente polemica sul crocefisso. Ci si appella alla nostra tradizione («La Corte Europea sbaglia. Il crocefisso in classe non è soltanto un simbolo religioso ma è un simbolo della nostra tradizione. Nessuno vuole imporre nulla, chiediamo però che non siano cancellati i nostri simboli». Maristella Gelmini).

La nostra tradizione – simboli compresi - è più che mai presente intorno a noi, nelle grandiose architetture religiose, nelle innumerevoli chiese e nei loro riti, (spesso un microscopico paesetto ha imponenti parrocchie e campanili), nei cimiteri, nelle istituzioni religiose, nelle nostre opere d’arte, nella letteratura e filosofia, anche nel nostro linguaggio e intercalare quotidiano…
Tutto ciò non lo potremmo comprendere ed amare, fino in fondo, senza conoscenza e, conseguente, rispetto della cosiddetta “tradizione” . Si “respira” la nostra tradizione.

Non abbiamo bisogno di un minuscolo crocefisso in aula per “testimoniarci” cristiani cattolici. La fede cristiana è semmai un fatto di coscienza e di esempio di vita, di santità personale.

I “simboli” di per sé non garantiscono la sopravvivenza vitale e autentica di una tradizione, né di una religione: nella nostra contemporaneità, specie per molti giovani, questi simboli sono vuoti, non significano nulla o molto poco (la Gelmini dovrebbe saperlo). Per questo, a volte, il crocefisso viene girato faccia al muro o non c’è (e forse, mi dico, è meglio poiché così non “”vede” gli agnelli marchiati a fuoco dagli studenti di questo paese così cristiano…)

Che ci piaccia o no, a qualunque corrente politica apparteniamo, lo Stato deve essere laico. Oggi, forse, ancora più di ieri. Lo esigono i tempi. Accanto ai cristiani e ai cattolici, esistono sempre più numerosi cittadini atei e non credenti, cittadini europei di altre confessioni, cittadini di nazionalità extra europee che professano credi diversi. Lo spazio della “comunità” richiede il rispetto e l’uguaglianza di ognuno.

Poi, mi dico, ci siamo mai chiesti quanti cristiani cattolici abbiano ancora nelle loro case private un crocefisso appeso o una acquasantiera? O magari portino un crocefisso appeso al collo ? (il TAU di San Francesco per esempio che, in quanto a Cristianesimo e imitazione di Cristo, ne sapeva qualcosa…pur rimanendo interno alla Chiesa temporale sfavillante di ori e di ipocrisia…) Chiediamocelo, invece di imporre un crocefisso per tutti a scuola o nelle aule dei tribunali: e qui mi viene in mente “il giudizio di Dio”, l’ordalia di barbarica memoria…
E poi, se proprio vogliamo tirare in causa il Cristo, lui perdonò anche il ladrone…e come mai allora noi così cristiani, non perdoniamo Di Summa?.

Lo Stato sia laico davvero: le Fedi vengano insegnate nei luoghi deputati: parrocchie, sinagoghe, moschee…dove si può e si deve continuare a tenere vivo il Credo e i suoi simboli e riti.

Infine, se proprio vogliamo parlare di salvaguardia della nostra “tradizione e cultura”, come mai – faccio solo un esempio - la “patria del tricolore” - e cioè Reggio Emilia - come recita una iscrizione in bella mostra nella sua stazione ferroviaria- è diventata la “Patlia del Tlicolole” ? (nessuno si offenda). Uscendo dalla suddetta stazione ci si trova in un quartiere interamente ed esclusivamente lottizzato dai cinesi, non vi è più traccia di italiani o di altre etnie. In questo caso non ci preoccupa più la salvaguardia della nostra tradizione? delle origini dei nuclei storico sociali delle nostre città, della loro e nostra cultura ? Qui, per ovvi interessi di altra natura, si può stravolgere l’anima del paese senza batter ciglio? Non si tratta anche in questo caso di noi e della nostra tradizione?.

Angela Donna
(Italiana credente e praticante)

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venerdì 6 novembre 2009


(Settimo, martedi 3 novembre 2009)_546
PER ALDA MERINI

Sono uscito che c'era la nebbia dopo le otto
nebbia
ma poi ho visto il bosco
districarsi
togliersi la nebbia
lavarsi con il sole
che splendida giornata
tutto è limpido
dalle cortecce stava appesa lacerata silenziosa la nebbia
fumava di raggio solare
come una voce lontana e piena
limpida voce nel sole
voce cercata
voce trovata
riconosciuta
dalle cortecce di betulle
là nel bosco
la nebbia ha lasciato particelle
eri tu poeta alta e bella ,
sorridevi
al sole
ti sei vestita di betulla e felci
profumi di foglie
eri tu:
Alda Merini
eri tu tra il bosco e il sole
sorridevi
nello specchio delle tue
delle mie parole...

.
(Settimo, martedi 27 ottobre 2009)_543
LIBERE POESIE E LIBERI POETI SUI VAGONI

L'operaia della Fiat che ha 27 anni di Mirafiori:
"per leggere sono sempre stanca ma vi ascolto volentieri..
mi chiamo Maria
e sono alla catena sulla "mito"…".
E la signora nigeriana non ha capito,
non è un lavoro che le offriamo ma semplicemente poesia,
le nostre,
sorride e prende il libretto dalle mani di Gianriccardo.
La famiglia peruviana sorpresa e stupita ci guarda e ascolta,
vanno ad una festa di battesimo
sono tutti molto eleganti.
Il bigliettaio stanco ci chiede che facciamo
siamo poeti con regolare documento di viaggio e permessi
siete poeti?
si poeti in vagone…
Mai sentito,
scuote la testa ma poi
incuriosito ascolta e sorride.
Gli studenti del ultimo vagone ci dicono finalmente qualcosa d'intelligente,
l'ultimo verso
poi si scende.
Ci aspetta una sala d'attesa
con dentro chi non si sa
ma una cosa l'abbiamo capita
oggi abbiamo incontrato il mondo
con le nostre poesie
fuori dagli appuntamenti polverosi e noiosi
dalle sale conferenze
dai salotti piagnoni
dalle parole sublimi
dai non ho capito ma ....
dalla rincorsa feroce che prendono scrittori vinti dalla pioggia
dai poeti salvati dal destino
dalle telefonate di conferma
dalle mail mai giunte
e risposte disgiunte
dai finanziamenti bloccati all'uiltimo momento
da questa non si può leggere lei capisce...
dei direttori più o meno artistici o affaristici
dalle apparenze appannate
dalle parvenze soffocate
dall'apparire e guaire
dai poeti tristi
dai poeti senza polmoni
e da quelli troppo chiacchieroni
forse come me
adesso scendiamo
al bar solo per un caffè
w binario zero
w le nuvolepoesia
w meteodiario.

.

(Genova, 22 ottobre 2009, giovedi)
428_CONFINE

che polvere d’oro sospesa sul confine
tra l’impero d’acqua e la terra che si adegua:
trasferito in una guarnigione
di fronte al deserto,
un piccolo porto raggiunto a fatica da terra,
per una strada troppo ripida e tortuosa
da risalire

si cammina sul molo elogiando il mare aperto,
costretti dal passato alle spalle.

.

(Genova, 22 ottobre 2009, giovedi
426_LA CATENA

sotto la pancia la nuvola ha delle zampe
corte ma robuste,
con cui scalpita verso ponente:
tremano i vetri ai calci del temporale,
ai colpi che sferra mentre il vento lo trascina via
col guinzaglio dietro al nero

come abbaiamo feroci
lungo il percorso che ci consente la catena.

.

(Genova, 21 ottobre 2009, mercoledi)
425_GRANDI OPERE

schiena contro schiena due gatti sul bordo del muro:
uno nero verso nord,
quello tigrato in opposta direzione,
come due reggilibri sullo scaffale
ma senza pagine tenute in piedi nel mezzo

in attesa che un lettore riempia il vuoto
e poi si allontani di un passo,
a rimirare il dorso della grande opera in più volumi
che da oggi potrà leggere in versione completa:
la Storia Generale dell’Emigrazione Umana fra i Continenti,
l’Antologia Poetica Universale
dal canto degli sciamani allo scambio di sms,
il Grande Atlante Storico delle Utopie Rimaste Tali

così promette senz’altro di fare
alle due coppie di occhi gialli rivolti verso di lui.

mercoledì 4 novembre 2009

Le foglie di scotano


(foto di Anna Maria Ercilli)
.

"Le Partenze" di Anna Maria Ercilli

.
Inutile cercare il ritorno, solo
poche immagini refrattarie alla
dissolvenza riportano indietro
nella stazione scambiamo i posti
mescoliamo le partenze.
(a mio padre)

(Anna Maria Ercilli)
.

martedì 3 novembre 2009

"I Poeti Lavorano di Notte" di Alda Merini



da http://www.youtube.com/user/ciuffolina1