Poesia Vagabonda 2013

28 e 29 SETTEMBRE 2013
BIBLIOTECA ARCHIMEDE - SALA PRIMO LEVI
SETTIMO TORINESE Piazza Campidoglio, 50 - ORE 17

ASSOCIAZIONE CULTURALE DUE FIUMI
in collaborazione con ECM, Biblioteca ARCHIMEDE e
CITTA’ di SETTIMO TORINESE

ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili
info tel 3398099472
mail: manricolaz@libero.it


martedì 27 maggio 2008

Genova


219_DOVE RIPOSA FIRPO
(Genova, 9 maggio 2008, venerdi)

tutta rannicchiata contro un cipresso,
la tomba di Firpo
si appoggia a un basso muretto,
da cui la vista scavalca i gradini di pitosforo e ulivi:
e quanto se ne vede di azzurro e verde
dalla costa all’orizzonte,
da Punta Chiappa alla città in foschia

come si è ben sistemato per farsi ricordare,
con un marmo grigio come una panchina,
in un angolo appartato su cui riposare all’ombra:
in disparte sotto il ramo di pino,
senza dover girare per case altrui
ad accordare pianoforti
o prendere in cella calci e pugni
negli ultimi giorni di terrore

mentre scendeva dal monte
si è fermato un momento a provare un verso
e ora per sempre qui trascorre da una stagione all’altra,
dove noi ci affanniamo nella presente
e non gli lasciamo accanto
che dei fiori di plastica stinti in un barattolo di latta.

Settimo


(Settimo, giovedi 22 maggio 2008)_222
DI NOTTE LA PIOGGIA

L'acqua che scende per la strada in discesa
disegna respiri
di quelli andati a dormire
con sotto le unghie la fatica del giorno

Unghie strappate
da urla lanciate
ma nessuno ascolta
solo la pioggia si ferma per un attimo
poi passa veloce l'acqua - pioggia
trasforma le notti
e la musica è altro ancora.

Scendo scivolando
senza far rumore sono a casa
guardo fuori
e ripenso ai tuoi occhi belli,
nella notte di pioggia.
(Settimo, martedi 20 maggio 2008)_221
IL PESCATORE CHE NON PUÒ PIÙ PESCARE

Si è fermata la pioggia
lasciando posto a foschia e nuvole basse.
Il pescatore che non può più pescare,
in silenzio guarda la collina piena di acqua,
sa che domani pioverà ancora
e lui con la bicicletta nera
sarà a margine delle sponde fangose del grande fiume,
fiume pieno di acqua e di schifezze che arrivano dalla città.

Città:
bagnata e pigra
da non togliersi gli stivali
per andare a letto
come un ubriaco
senza moglie, senza amici .

Si è fermata la pioggia
nemmeno i tetti più inclinati
fanno caso a uno squarcio di luce
che il sole riesce a mandare.

Il pescatore che non può più pescare
compra il giornale.

martedì 20 maggio 2008

Genova


218_LE RANE DICONO
(Genova, 8 maggio 2008, giovedi)

in lontananza nel buio le rane:
sono tornate a commento delle notti già tiepide,
a onde di pausa e racconto,
a increspature nel rumore di fondo
che scorre uniforme

da un anno all’altro sul bordo dello stagno,
le nuove rane ci trovano più vecchi
a decifrare invano l’ermetico gracidio:
cosa dicono di noi tra loro
in un palmo d’acqua al riflesso di lampioni,
da una pozza nel cemento all’imbocco del torrente,
poi ridotto in galleria sotto le case

il laghetto è diventato catino,
il gioco, amore fra le canne,
l’acqua torbida a cui tiravo i sassi dalla riva,
un rivolo sottile sul fondo del canale.

Settimo


(Settimo, lunedi 12 maggio 2008)_218
GABBIANI DI FIUME

La luce appare
da dietro i vetri
delle case,
dai mattoni rossi,
che sono più scuri per via del temporale di ieri ,che li ha bagnati .
Il sole manda riflessi nei letti lasciati in fretta,
la sveglia inesorabilmente suona
scandendo il tempo.

Saremo per strada
sorpresi dal volo di un gabbiano
che lontano dal mare
si getta in acqua che è fiume
cercando cibo
avanzo opulento .

Il gabbiano è grasso
e sembra felice
perchè ogni giorno ha cibo in abbondanza
ma fatica a volare
e con l'occhio rimasto
cerca sempre qualcosa che somigli al mare.
(Settimo, martedi 6 maggio 2008)_214
LE NUVOLE RONDINI

Questa stagione
sulle strade e rotatorie nuove
è tutto un girare
per poi fermarsi da dove siamo partiti.

L'osservazione del cielo
ci permette di scoprire
sfumature nuove
a cui non avevamo fatto caso:
forme di nuvolette
bizzarrie di vento
respiro di foglie .

La rondine mai stanca
continua la costruzione del nido
fino a sera
passaggio dopo passaggio
sempre veloce
conosce i colori
e tutte le nuvole che si formeranno
perchè la rondine è nuvola
soltanto diversa.

martedì 6 maggio 2008

Genova


217_RONDINI E DEI
(Genova, 3 maggio 2008, sabato)

sfrecciano al suolo le rondini
in un cielo di altissimi velivoli:
a nuvole si condensa lo scarico dei motori,
tracciando percorsi che svaporano in cirri

con le giacchette nere sfiorando i tetti,
a becco aperto inseguendo le prede:
in un perenne moto di rotte incoerenti,
spezzate da decisioni a sorpresa,
nel clamore dei richiami
portiamo del cibo a casa

viaggiano inconsapevoli gli dei sul carro d’argento,
con un sibilo stratosferico tirano dritto
sui nostri affanni.
214_FUORI POSTO
(Genova, 21 aprile 2008, lunedi)

sotto la pioggia battente il tetto piatto riflette
il perimetro della ringhiera:
dei laghi in cima ai palazzi
in cui si specchia non il bosco ma il collo dei camini,
delle piste da ballo deserte
lustre d’acqua nel mattino di riposo,
l’uscita sul retro aperta a far corrente

il chiaro del giorno sul confine del buio,
trattenuto dal sipario di velluto:
intruso come il sole all’interno di un teatro,
fuori posto come un raggio di luce in una scatola nera,
chi scrive fa il suo ingresso inopportuno,
con il secchio e lo straccio,
come la donna delle pulizie che spalanca la porta
durante il monologo dell’attore assorto
e rivolta verso l’esterno ancora impreca, racconta e ride
.

Settimo




(Settimo, sabato 3 maggio 2008)_212
TRE PAPAVERI

Anche la mia vespa
ha capito che è arrivata la stagione nuova:
tutto l'inverno nel box,
non è più tempo di restare al chiuso,
vuole andare tra l'asfalto e la terra
dove osano i papaveri quelli più belli e alti,
i pochi papaveri che riescono a sbocciare,
nelle fessure del cemento dei marciapiedi di periferie,
lasciate polverose a chi ogni giorno vi passa
distrattamente

I marciapiedi del centro non hanno papaveri tra il porfido e l'asfalto,
tra il porfido e la pietra solo fioriere,
ma senza papaveri,
fiore troppo povero da mettere nei vasi

Ogni giorno sfioriamo tre papaveri
senza quasi vederli,
che si godono il sole,
che guardano passare le nuvole piene di pioggia,
quella pioggia,
sarà anche papavero
che nasce infaticabile e indomito nelle brecce
che apre
la primavera nuova.
(Settimo, domenica 27aprile 2008)_210
L'AlTOPARLANTE IN RIVIERA

Stazioni senza binari
da San Lorenzo al Mare ad Arma di Taggia:
sono rimaste li
tra la collina ed il mare,
non sanno darsi pace
come uccelli notturni senza più notte.

Anche il vecchio gelataio mi dice:
"Non dormo più....
non dormo più senza il passare dei treni
quelli che andavano in Francia con le cuccette ed il vagone ristorante
illuminato a giorno anche alle due di notte..
non dormo più,
perchè non ha profumo di treni e soffio dai finestrini ,
questa stagione fatta di sedie di plastica bianca e sachetti di nailon che volano

come gabbiani impazziti”.

Questo tempo,
con tutte le persone che guardano il selciato e pigiano i tasti
dei loro telefoni portatili e nessuno guarda le nuvole,
nessuno di loro sa di che colore è il cielo,
di che colore gli occhi del vento,
di che rumore è la notte sui treni
che non passano più..

Anche l'altoparlante rimasto muto per sempre
all' angolo del muro giallo,
urla la solitudine di un annuncio che non uscirà,
non si sentirà mai più
gracchiante e rassicurante:
“E' in arrivo sul binario 1 il diretto da Torino Porta Nuova…
Ferma a Sanremo e Ventimiglia”

Un sole pallido lascia tempo e nuvole
alla nuova stagione,
che non ha mai visto quei treni,
né sentito scendere la notte.