Poesia Vagabonda 2013

28 e 29 SETTEMBRE 2013
BIBLIOTECA ARCHIMEDE - SALA PRIMO LEVI
SETTIMO TORINESE Piazza Campidoglio, 50 - ORE 17

ASSOCIAZIONE CULTURALE DUE FIUMI
in collaborazione con ECM, Biblioteca ARCHIMEDE e
CITTA’ di SETTIMO TORINESE

ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili
info tel 3398099472
mail: manricolaz@libero.it


martedì 30 marzo 2010

Genova


(Genova, 27 marzo 2010, sabato)
489_VESTITO DI NERO

vestito di nero un signorino canta,
da un ramo a uno spigolo di tetto

emersi dalla notte,
ci tiriamo ad asciugare in terra
come il tetto incatramato che vedo lucido di pioggia,
scafo trascinato nel profondo della valle,
chiglia rovesciata in ostaggio alle nuvole,
barca che l’acqua non tocca se non dal cielo

canzone di merlo in cerca di compagnia:
dal corpo arenato,
lo sguardo spicca il volo e si posa intorno.

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Genova


(Genova, 20 marzo 2010, sabato)
487_AL MUSEO DELLE PRIMAVERE TARDIVE

proprio quando credevamo di poter indossare
un abito diverso,
ci ritroviamo ancora vestiti di grigio:
con un grembiule addosso di tela pesante
che ci avvolge per intero
e ci umilia in divisa da custode

al museo delle primavere
che hanno tentato di prendere il potere,
per poi ricadere nell’ordine
appena sconfitto
o perdere fiori e frutti nel passaggio
all’estate rovente che segue

storia di bandiere riposte in silenzio
perché sventolate per entusiasmo o illusione
troppo presto o in ritardo
ma comunque fuori stagione

esposizione permanente
di opere incompiute del desiderio,
ribelle a equinozi e calendari.

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La luce migliore


(Settimo, domenica 28 marzo 2010)_646
I FIORI DEI CILIEGI E I POETI

Solo per pochi giorni splendono i fiori dei ciliegi
e per poche ore al giorno vi è la luce giusta per guardarli.

I pittori usano memoria mischiata alla fantasia
alcuni fanno prima le foto
poi dipingono in studi polverosi.

Chi scrive
usa le parole come fossero fotogrammi
a volte prese in prestito
lasciate su una finestra aperta nella mattina.

Per i poeti a volte non basta avere la luce migliore
la parola giusta
spesso vorrebbero essere analfabeti
o ciechi.

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Squarci


(Settimo, sabato 27 marzo 2010)_645
PARTITA A CARTE

La collina cambia colore
cambia umore
ha una schiena da camaleonte
e la notte un cinghiale per padrone.

Gioca la carta giusta
dice la coccinella al rosa del Monviso.

Ma la partita è ormai persa;
se la ride il nuvolone nero che ha la forma di una testa d'aglio
mentre conta i punti
e inizia a piovere!

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mercoledì 24 marzo 2010

MeteoDiario 7 a Pino Torinese



METEODIARIO A PINO TORINESE
Enrico Mario Lazzarin e Gianriccardo Scheri
con l'arrivo della primavera hanno presentato
i loro blogs meteo-poetici
scritti durante l'inverno.

alla VIALE ART GALLERY
di Susanna Viale
Via Martini 5a
PINO TORINESE (TO)

domenica 21 marzo 2010

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con la collaborazione di
Assoc. "ALMA STAR "
Assoc. Cult. "DUE FIUMI"
..

lunedì 22 marzo 2010

Genova


(Genova, 17 marzo 2010, mercoledi)
486_LA VEDETTA

un gatto è annidato sull’albero,
nel palmo dei rami sospeso sul giardino:
vedetta bianca e nera,
quel fumo di cannoni è primavera che avanza
o l’inverno che brucia i suoi rami
mentre si ritira?

è l’ultima cenere sulla città
prima ch’entrino le bandiere,
sono le ferite ancora da subire
per essere un’altra volta liberati,
perchè finisca la guerra d’inverno contro di noi,
il merlo canti vittoria sul ramo vicino,
esca il verde a sventolare giallo e rosa
dai suoi rifugi.

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Genova


(Genova, 17 marzo 2010, mercoledi)
485_TRE NAVI

una nave alla banchina,
un’altra in attesa oltre la diga
e ancora una in lontananza,
sagoma scura nella foschia

tre date disposte in sequenza
segnate sui prossimi calendari,
giorni precisi ma senz’anno indicato ,
scadenze di cui non si ricorda l’impegno
che le ha stabilite

confinati in un porto presente
attendiamo le prossime navi:
si distingue il nome dei fatti
quando è già troppo vicino
e la forma intravista poi non corrisponde
allo scafo reale

per quanto si spinga lontano la memoria
o in avanti la previsione,
la vista trema e il contorno si confonde:
ci troviamo ingombri di un carico inatteso
o magazzini vuoti di promesse mai sbarcate.

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(Settimo, mercoledi 17 marzo 2010)_640
POCHE NUVOLE

Nel pomeriggio
ho guardato fuori
nel cielo sereno velato solo un po’
ti ho pensato
tu e i tuoi piccoli piedi, infaticabili
chiusi in scarpe colorate
e gli occhi aperti a quello che non vedi.

Tutti quei libri letti
tutte le parole che ci siamo detti.
E la tua voglia di cambiare
questa città
le tue lettere puntuali
e le sere di Marzo che non parlavi.
Ricordo la tua pelle;
nel cielo azzurro di polveri che
volano via
poche le nuvole
su terra bagnata dal mare.

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Prato fiorito


(Settimo, lunedi 15 marzo 2010)_639

Il canto verde chiaro poi scuro
piano
poi forte liberato;
dai pettirossi e merli che insieme hanno aperto strade
alle primavere
che ritte e festanti
sono andate alla fontana a bere.

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martedì 16 marzo 2010

Genova


(Genova, 10 marzo 2010, mercoledi)
483_DAL PONTE

questa mattina sotto una neve pungente
ho risalito il fiume

un sentiero tortuoso di acqua
tra due larghe sponde
dall’aspetto e colori del pelo di cinghiale:
di erba gialla sui fianchi,
di rovi bruniti dal gelo,
con ispidi ciuffi di canne piegate sul dorso
e macchie di fango e foglie impigliate

mi fermo appiedato a valutare dal ponte
la tranquilla fermezza delle anatre a galla
contro vento e corrente:
come tra opposti elementi che gli scorrono intorno,
navigano sicure
a becco chiuso e senza piume scomposte.

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Genova


(Genova, 9 marzo 2010, martedi)
482_LA TARGA

ggi ad un incrocio di periferia
ho sbagliato direzione
e mi sono perduto in una strada
che termina sul greto del fiume

per una manovra errata sfioro il passato
tra vecchi palazzi popolari,
costruiti alle spalle di fabbriche ora scomparse:
macigni quadrati lasciati del ritiro dei ghiacci
e poi dal corso della natura
di nuovo circondati da capannoni evoluti
in moderni mercati

nel tentativo di tornare a tempi moderni,
mi trovo di fronte una targa sul muro
che ricorda come da quella casa è iniziata
la rivolta che ha liberato la città

una riunione segreta a inizio primavera,
forse in un inverno che come questo finiva
con un gelo cattivo e irriducibile,
che ti vuol colpire ancora fino all’ultimo giorno,
ti sorveglia e attende
in agguato ad ogni angolo di strada

esci da casa con questo vento
e non sai se ritorni,
t’incammini sotto il grigio pesante di un cielo
con stivali e divise,
ti sembra che quest’inverno non stia mai per finire
e che la primavera non venga,
se non scendi a liberarle la via
e che non vorresti, ma non c’è altro da fare:
ad un certo giorno devi scegliere
in che stagione vuoi stare.

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Tra castagni e betulle


(Settimo, giovedi 11 marzo 2010)_636
ARRIVO E PIANO PARCHEGGIO

Tutto è cristallino
la luce incerta tra nuvole sfumate
da sole pigro.
E passo tra i castagni e le betulle
coperti dalla neve
nel gelo della mattina
è tutto così meravigliosamente perfetto.
Vi sono poche mattine così in equlibrio
tra gli occhi e la strada
tra i pensieri e quello che vedi.

Arrivo al lavoro e piano parcheggio.
.

Verso casa


(Settimo, mercoledi 10 marzo 2010)_635
COLORI

Come un salto mal riuscito,
la luce nuova ha passato il fosso e il fiume
inciampando in un osso
lasciato abbandonato da cani solitari
e nuvole nascoste.

Scende neve
coltre bianca
più sfuggente.

Dopo alle quattro del pomeriggio
è diventata pioggia.
I nuovi riflessi
accendono colori sfumati in azzurrino
in capelli
ormai da tempo bianchi
in occhi stanchi.

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martedì 9 marzo 2010

Genova

(Genova, 6 marzo 2010, sabato)
481_AVANZO DI LUNA

mi alzo e ti saluto,
avanzo di luna, mezza moneta,
bottone che appena spunta da un’asola di azzurro:
ti guardo svanire
sorriso nel ricordo, carezza trattenuta, parola non spesa

in polvere troviamo nel forziere
occasioni accantonate,
anche ragioni che ci agitano il sonno
ora sbiadite al sole di concreti argomenti,
certezze notturne che cambiano il mondo
derise al giudizio del giorno,
illusioni che ci hanno convinto
velate dalla tenda che nelle ore
s’infittisce e le nasconde:
nella notte sposi di una idea,
alla luce desolati dal posto vuoto al fianco


mi siedo e ti scrivo, luna mai apparsa
per chi troppo dorme
o guarda solo a terra.
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Genova


(Genova, 3 marzo 2010, mercoledi)
479_RITIRATA

mi sveglio al battito della scopa
contro la parete delle scale:
oggi è il giorno di pulizia,
in cui una parte del mondo accudisce
l’altra che dorme ancora

all’annuncio di ieri non è seguito l’arrivo
di un’altra bella giornata
e si rimane in stazione
a tendere l’orecchio al binario

la strada è bagnata
ma l’aria è più morbida
e non ci si ritrae subito dalla finestra:
si resta più a lungo a cercare un indizio,
una foglia che prima non c’era,
un discorso fra gatti sulla china del tetto,
i nuovi suoni di uccelli spuntati
dal silenzio d’inverno che ci copriva,
le piccole fiamme di mimosa
accese a fianco della sua ritirata.

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Lassù nel Baltico


(Settimo, sabato 6 marzo 2010)_632
LA POSTINA, LA CATALOGNA, I CARCIOFI, LE NAVI LASSÙ NEL BALTICO

L'uomo anziano di nome Geronimo ex tranviere in pensione
si alza presto alle sette è pronto per uscire.

Comprato il giornale legge che tutte le navi al largo della costa svedese
sono state liberate dalla morsa del ghiaccio che le teneva prigioniere.

Cammina per tre chilometri
entra al supermercato aperto da pochi minuti
riempie la sua sporta al Discount .

Si ferma al bar sotto casa prende un caffè senza zucchero
poi esce scuta il cielo.
Rientrato a casa verso le nove e trenta
pulisce i carciofi e la catalogna
le verdure fanno bene
lo diceva sempre la sua Marta
ma a lei non sono servite.

Si accende una nazionale passandosi una mano nei capelli sussurra:
"Tutte le navi liberate lassù nel Mar Baltico..."

Qualcuno suona al citofono una voce di donna dice "Posta"
e lui "Lo sa che hanno liberato tutte le navi dal ghiaccio lassù nel Baltico..?"
la donna dice "Non ho capito chi hanno liberato...ma mi apra, per favore!".

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Nel cielo


(Settimo, mercoledi 3 marzo 2010)_630
TRACCE

Non ci orientiamo più...
come un pugile suonato
che non vede avanti a sé.

Barcolla la collina
accecata ieri dal sole primaverile.
Oggi nuvole grigie-nere e pioggia
pioggia
nell’angolo più buio
qualcuno getta la spugna.

Che fradicia
odora di argilla e felce
lasciando per terra
in terra
tracce discontinue.

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venerdì 5 marzo 2010

Genova


(Genova, 28 febbraio 2010, domenica)
477_ALTERNE VICENDE

ieri è passato sopra di noi vincente,
oggi sconfitto si nasconde alla vista:
i festoni che avevamo steso,
pendono umiliati da una pioggia leggera

di tutto il sole a cui abbiamo esultato
resta una pallida luce lontana:
per quanto ne ravviviamo imprese,
un ricordo si bagna e sbiadisce,
un foglio di carta si riduce in poltiglia

il sole che raccontiamo non è mai
quello che ritorna,
la pioggia passata non è la stessa
per chi oggi ne viene bagnato:
nessuno crede alle stagioni vissute dagli altri,
a quelli eccessi patiti di freddo e calore

appaiono, ci dominano e declinano:
questa è la corta durata degl’imperi
per chi abita sulla riva del mare,
col privilegio di poter trarre ogni giorno
esempio terreno dalle alterne vicende in cielo.

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Genova


(Genova, 27 febbraio 2010, sabato)
476_LA VISTA FERITA

fatta di questa luce
la punta della lancia ha trapassato
l’acciaio della corazza,
tagliato il cuoio, lacerato la stoffa,
infierito sulla pelle che dentro vi si proteggeva

la vista ferita
si lascia cadere sul tappeto di foglie,
di rami spezzati sotto il peso del passo,
posa il capo sull’erba bruciata,
i piedi verso l’incontro tra due toni d’azzurro:
attendo ad occhi socchiusi
che l’inverno faccia il suo corso,
che il verde torni a guarire.

.

mercoledì 3 marzo 2010

Tra le finestre


(Settimo, venerdi 26 febbraio 2010)_626
VENTO DA GATTI

Vetri diventano colori
nella luce nuova
portata dal vento strappata al vento.
E' la nuova stagione che cerca
nuvole amiche
e angoli bui da illuminare;
anche i ragni impolverati
cambiano
prospettive alle loro tele
si affrettano sui cornicioni
i gatti
sanno che suoni distinti li seguiranno
fino a sera
alzano le code
dritte
come ormeggi
provano a tenere salde le nuvole
che si aprono al vento
cambiando la direzione.

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Vecchia entrata dello stabilimento Farmitalia a Settimo Torinese.


(Settimo, giovedi 25 febbraio 2010)_625
CODE

Questa giornata:
il cielo incerto tra il sole
e la foschia di contorni azzurrini e grigi delle Alpi.

Tutto sta per mutare:
giornate che fanno male,
se aspetti un profumo di petalo
e ritrovi
la coda intrappolata della lucertola
sfuggita
alle mani di questo giovedì
l'ultimo del mese,
il più corto.

La metà in bilico
tra luce e nuova luce
in questa giornata di fine febbraio
che vorrebbe essere già nel vento di marzo.
Ma la nebbia ha lasciato code
nella soglia socchiusa delle 15,30.
.