(Genova, 9 marzo 2010, martedi)
482_LA TARGA
ggi ad un incrocio di periferia
ho sbagliato direzione
e mi sono perduto in una strada
che termina sul greto del fiume
per una manovra errata sfioro il passato
tra vecchi palazzi popolari,
costruiti alle spalle di fabbriche ora scomparse:
macigni quadrati lasciati del ritiro dei ghiacci
e poi dal corso della natura
di nuovo circondati da capannoni evoluti
in moderni mercati
nel tentativo di tornare a tempi moderni,
mi trovo di fronte una targa sul muro
che ricorda come da quella casa è iniziata
la rivolta che ha liberato la città
una riunione segreta a inizio primavera,
forse in un inverno che come questo finiva
con un gelo cattivo e irriducibile,
che ti vuol colpire ancora fino all’ultimo giorno,
ti sorveglia e attende
in agguato ad ogni angolo di strada
esci da casa con questo vento
e non sai se ritorni,
t’incammini sotto il grigio pesante di un cielo
con stivali e divise,
ti sembra che quest’inverno non stia mai per finire
e che la primavera non venga,
se non scendi a liberarle la via
e che non vorresti, ma non c’è altro da fare:
ad un certo giorno devi scegliere
in che stagione vuoi stare.
.
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