Poesia Vagabonda 2013

28 e 29 SETTEMBRE 2013
BIBLIOTECA ARCHIMEDE - SALA PRIMO LEVI
SETTIMO TORINESE Piazza Campidoglio, 50 - ORE 17

ASSOCIAZIONE CULTURALE DUE FIUMI
in collaborazione con ECM, Biblioteca ARCHIMEDE e
CITTA’ di SETTIMO TORINESE

ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili
info tel 3398099472
mail: manricolaz@libero.it


mercoledì 26 novembre 2008

Genova


(Genova, 16 novembre 2008, domenica)
292_LUNA DI GIORNO


ho visto anch’io la luna sbiadita
al primo sole di questa mattina:
la persistenza di un simbolo notturno
nel dominante chiarore,
una moneta dal bordo corroso,
imprecisa nel contorno come il ricordo del sogno
da cui mi sono appena svegliato,
ritaglio tondo di scena senza prologo e finale


piattino bianco scheggiato
sul fondo della piscina che si riempie di azzurro,
bottone perlato alle dita
nell’asola di un morbido e celeste golfino

ogni cosa trapassa di stato con minime gradazioni:
ma noi
per guardare troppo lontano e nel ripetuto volgersi indietro,
ci troviamo invece con stupore
dalla notte fonda nel giorno avviato
o al contrario nel buio improvviso affondiamo angosciati

travolti dal risultato
senza saper cogliere in tempo
i segni del declino o i motivi di speranza,
gli attimi prima o quelli seguenti la data fatale
in cui al sopruso di sole, luna sparisce.

Genova


(Genova, 15 novembre 2008, sabato)
291_MORALE DI STAGIONE


un tremito alle foglie di salvia,
una spinta alla chioma di alloro,
un peso si appoggia e piega il cipresso,
ogni grandezza di pianta rende visibile
oltre i vetri la forza del vento


al cigolio delle persiane trattenute a stento,
dal nostro riparo lo vediamo in servizio dalla notte scorsa:
un volere unico obbliga l’orto e il bosco a chinarsi,
il gabbiano vi nuota dentro e si sostiene,
la stoffa dal palo sbandiera colore

non credere che da sempre per sempre
durino i giorni di pioggia,
che la tendenza di uniforme cielo,
sotto cui sei nato e cresciuto,
sia la regola dominante,
che il nostro tempo vissuto sia lineare misura
di uno sferico moto,
il tragitto quotidiano, paragone con l’orbita in un sistema,
il conteggio dei passi, garanzia di giusta direzione

osserva e impara, la morale di stagione:
arriva il vento e a suo verso il mondo cambia.

Settimo


(Settimo, sabato 15 novembre 2008)_321
CON IN TASCA UN FOGLIETTINO


La gente che cammina fitta
dentro altra gente che sfiora e tocca il momento della sera
che da li a poco sarà piena
e non si accorge del cielo colorato e pieno di passaggi
paesaggi
tra la luna e la pianura tra il mare e la sabbia
tra la casa e il mutuo a fine mese da pagare.
E poi ci sono gli scrittori che vogliono andare in televisione
a parlare del loro libro
di chi ha le parole giuste
ma pochi leggono libri forse li sfiorano
come la gente nelle fiere sfiora la gente.
Ed io con in tasca un fogliettino
vado a casa.

Settimo


(Settimo, lunedi 10 novembre 2008)_320
SUL FIUME UN VECCHIO FILM


Giornata di primo vero freddo,
il cielo ha smesso di essere colore
uniforme e senza nuvole
è diventato simile all'acqua sotto i ponti rifugio
di chi non ha altro riparo.


Ma sotto i ponti non ci possono stare
devono emigrare anche da li
neppure i cani randagi
neppure il mendicante
che ha smesso di suonare l'armonica a bocca
capiscono quello che l'uomo che ha una paletta e un fischietto
urla e batte le mani:
vuole che vadano altrove
ma dove...

Il mendicante e i cani
si guardano intorno e annusano l'aria che non è buona.
Poi si mettono a camminare
soltanto camminare.
Il semaforo è diventato verde ma non parto
rimango a guardare il loro camminare
mentre una valanga di clacson cittadini mi travolge
rimane una maglietta bianca sulla sponda del fiume
come bandiera
di una resa incondizionata.
(mi viene alla mente un vecchio film di Pasolini).

Genova


(Genova, 14 novembre 2008, venerdi)
290_NAVE NERA


tenuta a distanza dal vento contrario
o dalla mancanza di un idoneo accosto,
la nave nera è comparsa nel lago di piombo:
è giunta stanotte non vista e ora attende
sotto un cielo a tende strappate su fondo azzurrino


una qualsiasi notte o giorno imprevisto,
in qualunque stagione di un prossimo anno,
nell’ora propizia o meno indicata,
lei arriva, si ormeggia e aspetta:
finchè la vediamo fuori dal porto
siamo sicuri di non far parte del carico
che oggi è venuta a prendere

sotto le volte di un appartato magazzino,
sono allineate le nostre casse di merce,
con numero e nome sui fianchi
e destinazione finale.

Genova


(Genova, 11 novembre 2008, martedi)
288_LA MONETA


nella vasta pentola che allo sguardo ribolle,
un orlo dorato splende:
dal bordo scostato del coperchio,
la luce superiore come un cucchiaio
fa cerchio nel brodo,
uno scafo ci naviga dentro,
in rotta tra due confini di buio


una moneta preziosa posata sul piatto di peltro,
a ricompensa di questa giornata di pena:
una offerta che rifiutiamo sdegnati,
tenendoci ai bordi del tavolo
e spiando le prossime mosse dei giocatori

da sempre, qualcosa sta per comprarci:
il desiderio in uno sguardo e per l’oggetto nella vetrina,
la passione di una fede o il conteggio dell’interesse,
la spiegazione definitiva che pensiamo di aver scritto,
la tentazione del bene a nome altrui

ci teniamo in disparte,
ammettendo la voglia di sole malgrado la stagione.

Settimo


(Settimo, domenica 9 novembre 2008)_319

Dalla pioggia sentita
nella notte di luna e foglia,
mattina:
arriva il colore sfumato rosso-granata marrone-giallino
della collina che è foglia che diventa terra e vino
aspettando solitarie lepri dissetarsi nella pozza fuggire al primo rumore.
Mentre sorge il sole di questa domenica
scegliti un albero dove vorresti stare a osservare l'autunno mutare il cielo.

Settimo


(Settimo, sabato 1 novembre 2008)_317
AUTUNNO 1


Tra la pioggia e il marciapiede
fra i pensieri veloci e stretti
di questa città perduta
nella foglia che svolazza;
L'autunno riporta le nuvole grigio-azzurrine-scure :
dagli incroci laterali
con le telecamere digitali.
Sei tu che apri la porta della mattina
e insieme alla pioggia fai diventare lucida la strada
e poi non ti chiedere mai che cosa saremo domani.
Se saremo foglia o marciapiede
o incanto del disincanto
poesia o piede
erba o macerie
vino sofisticato
pastiglia con succo d'arancia in bustine.
Portiere di notte e albergo a ore
numero soppresso come il treno per la montagna.
Legna buona e secca di castagno per accendere il camino.
Avere la necessità di una pazienza scolpita
nelle brandine al dormitorio pubblico
e senza scarpe....
muti a guardare il fuoco
muti a osservare quest'autunno.
Sorridere dalla porta dove entrano le nuvole grigio-azzurrine-
scure.

Genova


(Genova, 10 novembre 2008, lunedi)
287_SOTTO IL TAVOLO


sotto un tavolo grigio mi nascondo in penombra,
al bordo agitato da pieghe
che da lontano ci ferisce di luce

poi tirato alle spalle
l’orlo della tovaglia si riduce,
un attimo dopo la frangia che avanza
ci raggiunge, infradicia e scollina
e fra poco allo sguardo dall’alto
saremo indifesi

come altre volte ti dico,
non devi spiare da sotto un mobile
il passo del mondo,
risalire dalla vista della caviglia
al giudizio sull’intera figura,
dalla misura di una briciola in terra
alle dimensioni della stanza,
dalla nuvola sul capo
alle previsioni per un continente,
dall’esempio delle trascorse stagioni
trarre conferme sulla presente.

Genova


(Genova, 7 novembre 2008, venerdi)
284_SOLE ASSENTE


uno spiraglio di azzurro tenuto socchiuso
da una gamba distesa
tra ponente e centro del golfo,
una porta di nuvole contro cui il mattino
si ostina e spinge

la crisi del commercio riduce le importazioni
e il numero di navi all’accosto:
il porto da giorni è deserto,
uno specchio d’acqua in frantumi,
un mare stretto da spigoli,
che subisce il moto di quello esterno
quando s’infuria o si distende

un canale sotto il muro,
una strada vuota lungo la diga,
un cartello appeso
di sole assente per motivi di salute,
un battente accostato che ne attende il ritorno,
una giornata senza voglia di lavoro
che si riflette nella vetrina chiusa
con luci accese dietro le tende.

sabato 22 novembre 2008

domenica 16 novembre 2008

da "L'evidenza dei vivi" di Alessandro Novellini

Nella provincia "granda"

Qualche volta m'immagino che quel tipo
nevrotico
che ho visto nel film di Wim Wenders
che raddrizza più volte il quadro
sulla parete di fronte, sia lo stesso
solo un po' più scuro (quello era biondo),
con le mie nevrosi e i miei tic
che mi fanno cantare a voce alta
quando da solo in auto
guido sull'autostrada un po' bevuto
e quasi infilo in velocità
il casello di sbarramento e poi sbando
e cerco di sterzare a zig-zag sul piazzale.

Per fortuna non arrivano altre auto,
sbatto forte contro un bancale di cemento,
sento un colpo lungo il filo della schiena
- no, non c'è nulla di rotto -
dico meccanicamente mentre sfilo la chiave
dal cruscotto ed esco dall'altra portiera.
Guardo i danni, ruota spezzata, motore spostato
- saranno ad occhio quasi duemila euro -
proprio ora che dovevo dare l'auto indietro
per ritirarne una nuova.
Ritorno in città in Cinquecento
con l'auto di cortesia noleggiata all'ACI
e la mia giornata, come dicono a Milano,
per oggi me la sono guadagnata.

Riprendo come sempre il giorno dopo
a girare la campagna piemontese
nei paesi addormentati della provincia "granda"
in questa primavera fredda e piovosa.
A mezzogiorno mi fermo in una vecchia trattoria
con la stufa in un angolo e pochi avventori
che parlano sottovoce in dialetto
e cent'anni fa doveva essere lo stesso
salvo la luce elettrica e il grosso televisore
spento in un canto.

E allora sento una gran pace
o forse è il Dolcetto
che comincia a scorrere nelle vene.



Alessandro Novellini è nato a Torino, dove vive, nel 1932.
E' autore di numerose poesie, alcune delle quali
sono state pubblicate su riviste e antologie.
Nel 1998 ha vinto l'Haiku Contest promosso
dall'Associazione Amici del Haiku di Roma.
Attualmente fa parte del gruppo culturale "Poesia in progress" che,
nella scorsa stagione, ha presentato al Circolo dei Lettori di Torino
un programma su vari temi legati alla poesia e alla letteratura.