Poesia Vagabonda 2013

28 e 29 SETTEMBRE 2013
BIBLIOTECA ARCHIMEDE - SALA PRIMO LEVI
SETTIMO TORINESE Piazza Campidoglio, 50 - ORE 17

ASSOCIAZIONE CULTURALE DUE FIUMI
in collaborazione con ECM, Biblioteca ARCHIMEDE e
CITTA’ di SETTIMO TORINESE

ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili
info tel 3398099472
mail: manricolaz@libero.it


domenica 24 gennaio 2010


(Genova, 23 gennaio 2010, sabato)
458_IN CORNICE

proprio quando mi affaccio,
si spengono le ultime luci:
perle di ambra sgranate per la salita,
bottoni gialli in asole allineate lungo il bordo,
punti di pennello che sbiadiscono sullo sfondo

nel quadro un sacchetto vola portato dal vento,
un segno informe all’altezza dei tetti
in balia della corrente:
mattino con sole vincente
nella veduta in cornice di finestra,
ritratto di giornata incollato s’una pagina privata,
bandiera in piena gloria,
foto che al tramonto sbiadisce in tasca
di vecchi prigionieri.

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(Genova, 20 gennaio 2010, mercoledi)
457_ORIZZONTE

un nuvolone copre l’orizzonte,
una groppa scura distesa
che ad ogni ora aumenta e avanza,
un pericolo nero
che incombe sul resto del giorno

all’arrivo di Colombo
vivevano sull’isola milioni di abitanti,
quarant’anni dopo erano tutti sterminati:
così comincia la storia che noi scriviamo
e gli altri subiscono,
non conoscendone lo scopo

dopo aver deportato l’Africa in America,
l’Europa invecchiando soccorre il mondo
e attenua il rimorso
correndo in aiuto degli antichi schiavi

come diventiamo buoni sotto la minaccia
del temporale.

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Galaverna


(Settimo, venerdi 22 gennaio 2010)_602
OGGI È VENERDI:
IL TEMPO QUASI FERMO, LA GALAVERNA,
IL SELF-SERVICE, IL VECCHIO MILITANTE COMUNISTA, L'AEREO CHE PASSA.

"E’...che qua fa caldo e poi incontro sempre qualcuno che mi conosce."
Nel self-service inaugurato da poco più di due mesi,
Massimo, il vecchio militante comunista ci viene volentieri.
Lui è uno che prende treni.
Lo saluto con un cenno della testa,
sedendosi al mio tavolo mi dice con il suo vocione:
"Domani anche con questo freddo vado a Genova, per pranzare a Genova conosco posti dove si mangia con poco".
"Cosi vedo il porto e il mare, le navi che salpano.
Vorrei andarmene via lontano da questo bel paese, ma sono vecchio troppo vecchio, tra un mese compio 88 anni ".

Il self-service è colorato di giallo e arancione,
anche le due cameriere hanno cappellini gialli e grambiulini arancioni
e hanno sorrisi pieghevoli
per tutte le occasioni.

Saluto Massimo che borbotta.
Fuori la galaverna ha coperto tutto
quasi a immobilizzare il tempo
e fermarlo
poi passa un aereo
non lo vedo ma il suo rumore
mette in moto il tempo.
Oggi è venerdi.

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Margine tra la nebbia


(Settimo, mercoledi 20 gennaio 2010)_600
FUORI DALLA NEBBIA

C'è un margine immaginato
nelle colline che appaiono
dalla nebbia
c'è un margine sfiorato dall'occhio
un margine creato fantasticato
un margine sognato.

Guido ai cinquanta orari
nebbia
e ti ricordi le curve
le disegni a memoria
e anche se sbagli l'inclinazione l'angolo della curva
si può correggere.

C'è un margine che vorresti toccare
là in cima
fuori dalla nebbia.

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martedì 19 gennaio 2010


(Genova, 13 gennaio 2010, mercoledi)
456_STABILE GRIGIO

dominato dal grigio unica stoffa,
giace il mattino velato da una pioggia sottile
che lo tiene disteso e privo di forze

appesantito dall’acqua
che lo ha inzuppato per tutta la notte,
non si riesce ad alzare
o a trascinarsi nemmeno al riparo

conseguenze
di una previsione sconfortante d’incerto futuro,
dell’avvilente permanenza del maltempo
da nord al meridione,
della tendenza al declino
in aumento sull’intero paese

chi passa ti scansa e giudica
un vecchio ubriaco sdraiato per terra che si lamenta,
fra stracci e cartoni una avanzo di entusiasmo deluso,
un relitto di volontà che ha perso ogni certezza
.
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(Genova, 11 gennaio 2010, lunedi)
455_I MANDARINI

questo mandarino che sto sbucciando
forse è stato raccolto
da cui negri che si sono ribellati
laggiù nel sud

qui non è successo, perché li trattiamo meglio:
li lasciamo vendere borse sulle spiagge d’estate
e ombrelli nei mercati d’inverno,
affittiamo loro le case senza limiti di letti,
gli facciamo attendere a lungo i permessi
così imparano meglio la lingua,
e a chi troviamo fuori regola,
offriamo per mesi alloggio gratuito in villaggi riservati

come diceva anche mio zio, dei suoi operai:
bisogna trattarli bene,
se vuoi che rendano…
poi ha chiuso, scappando in Svizzera,
ma questa è un’altra storia.

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Winnie, salvata ad Haiti


(Settimo, domenica 17 gennaio 2010)_598
PENSO AI BAMBINI DI HAITI

Il gelo ha coperto di brina la fogliolina
della siepe
fin dentro la mattina.
Sempreverde la fogliolina coperta dalla brina
pensa che avrebbe voluto cadere a ottobre come le grandi foglie del tiglio
che d'estate le fanno ombra e le danno pace.
Per non soffrire tutto l'inverno.

Ma ognuno ha il proprio destino scritto su qualche stella lontana
che non la vedi mai
non la vedi mai.
Salgo le scale che viene su la luce
penso al gelo della fogliolina
penso ai bimbi di Haiti con i loro grandi occhi spauriti.

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Raggio di sole - Corso Piemonte a Settimo Torinese


(Settimo, venerdi 15 gennaio 2010)_597
CONFINI

Rotto il grigio
dal raggio di sole
che sanguina
si allarga la luce e e l'ombra chiazza
riveste con un vestito celeste
strade e case auto e borsette
bucati da stirare
la spesa da fare.

Raggio di luce solare
che si è fatto largo dal grigio uniforme
riveste con un abito chiaro
tutto il quartiere al confine di un altro grigio
in arrivo
tra la città e un'altra città
fino a toccare giacigli del fine settimana.

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(Settimo, lunedi 11 gennaio 2010)_594
NUVOLA LUNGA E IL VECCHIO BUFFO CAPPELLO

Magnifico tramonto
di questo gennaio 2010 soltanto una nuvola
una nuvola lunga nel cielo terso
una nuvola arancione.

E chissà perchè mi vieni in mente tu.
Con il tuo buffo cappello che portavi sia d'estate che in inverno
ti riconoscevo da lontano
e tu mi salutavi con la mano.
Poi sei andata via lontano
non so perchè
qualcuno dice che ti ha incontrato in isole lontane
su barche a vela provvisorie
su vette essenziali
in stanze d'affitto luride ma speciali
e che scrivi ancora poesie
e strimpelli la chitarra e sei sempre un pò stonata.

Sono arrivato.
Apro il portone automatico
senza scendere basta schiacciare
e provo a guardare la nuvola lunga
a cercarla
nel cielo:
non c'è più!.
E’ andata via.

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2 poesie su Rosarno...

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Il cielo incatramato
rovescia una pioggia continua:
è
l'ira, il dolore
e le lacrime
dei neri sfruttati,
tristemente angosciati,
nelle piane della Calabria

(Sergio Notario)


baracca a Rosarno prima della demolizione

Re maledetti

Ondate di schiavi
Alle mani
Volontarie
Le vostre notti di cartoni
Svegliano
La spartizione
Nelle vie
I vostri re maledetti
Scuotono
I nostri letti
Di governanti.

(Anick Roschi)
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lunedì 11 gennaio 2010


(Genova, 9 gennaio 2010, sabato)
454_NUVOLE NERE

quindi questi negri non sono solo le docili bestie
che stanno per noi nei campi
dal mattino alla sera
a raccogliere verdura

quello che non accettiamo
e ci fa più paura della loro rabbia,
è di dover ammettere che per convenienza o complicità,
in paese o regioni o intera nazione,
viviamo sottomessi ai padroni di sempre

loro si ribellano e se ne vanno da uomini,
noi restiamo da servi nella vergogna.

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(Genova, 6 gennaio 2010, mercoledi)
452_EPIFANIA

un gelido presente segue la notte passata
di vento e neve:
riluce sul mare una fessura
sotto la porta di ferro e carbone

si dice che questa è la giornata
in cui gli animali ci parlano
e sono incerto se affrontare con scuse impotenti
i loro insulti e lamenti

uniti da un comune passato di fatica,
di gabbia e catene,
ormai noi troppo sordi e distanti
ne facciamo continuo argomento di lettura e visione:
con un brivido di rimorso mi nascondo allo sguardo
di una tortora che si è posata sul davanzale.

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(Settimo, sabato 9 gennaio 2010)_592
LA NEVE, LA PIOGGIA, LA PAURA
IL CORAGGIO DI SPARTACO

La neve si è tramutata in pioggia
nel sabato mattina
acquisto il quotidiano giornale nazionale
una rivolta di schiavi neri
per troppo tempo invisibili
rabbia e sangue tra le case vicino al mare
rabbia e disperazione di chi non ha più un occasione migliore
rimane il coraggio
il coraggio dello schiavo Spartaco.
Rimane un paese che non conosco più.
Scende la pioggia gelata
che si è tramutata in paura!

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Orti urbani in Via Cascina Nuova 45-55 a Settimo Torinese.


(Settimo, venerdi 8 gennaio 2010)_591
GLI ALBERI DEL CORTILE

Nella notte gli alberi non dormono:
a volte commentano i fatti del giorno,
a volte discutono dei fatti loro.
Ma altre volte cantano
e quando cantano,
quando cantano in coro
allora nevica.
Lieve o copiosa arriva la neve,
come questa notte che gli alberi del cortile hanno cantato
una ninna nanna per il loro fratello salice malato,
è arrivata una lieve nevicata.

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martedì 5 gennaio 2010


(Genova, 28 dicembre 2009, lunedi)
449_ULTIMO FRUTTO

ribollente il mare di onde traverse,
arruffato il cielo di nuvole scomposte,
contorti gli alberi senza rimedio di foglie:
un panorama di spigoli e punte
con cui l’inverno si ritrae al nostro abbraccio

facile voler bene a primavera
e nelle stagioni di pelle scoperta,
amare a maggio e non quando
il cielo è contrario e la terra si adegua,
uomini e bestie cercano riparo
e resti da solo,
pagina finale di calendario,
unico voto di opposizione,
ultimo frutto appeso

il ramo oscilla,
un brivido scuote l’intreccio
ma l’uccello nascosta causa non si vede.

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Palazzo RAI a Torino


(Settimo, martedi 29 dicembre 2009)_584
RISVEGLIO

Dal sonno una linea di tempo sospeso
non un sogno
non un pensiero
un colore dimenticato
in tanti altri sfumato
immaginato.
Sei alla finestra che guardi la luce e nuvole arrivare
sospeso
in un attimo di attenzione
nel silenzio rumoroso di questa periferia cittadina.

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(Settimo, lunedi 28 dicembre 2009)_583
TRAMONTO DOMENICALE

Anche questa domenica sta tramontando,
l'ultima di questo 2009.

Quanti ritorni nelle domeniche assolate o fredde
e piovose uggiose di fine autunno
o fiorite odorose in primavera.

L'inizio d'inverno.
Sei la mia stufa calda
mare sicuro
remo mai stanco.

Aleggia la musica
e piedi che ballano
occhi che sentono orecchie che parlano
passato il mio raffreddore senza aspirine.

Passata la malinconia senza allegria
nei tuoi occhi belli
in questo tramonto di questa ultima domenica dell'anno!

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venerdì 1 gennaio 2010

Buon Anno!

LA PORTA DELLA MIA CASA VI È APERTA, AMICI
di Josip Osti

La porta della mia casa vi è aperta, amici?
Giorno e notte. Per te, vento, che dietro di te
la rinchiudi sempre rumorosamente, i gatti
invece la lasciano sempre aperta. E per te,
luce, che entri nella mia dimora quando esce
ugualmente furtiva l'oscurità, che però vi ritorna,
quando tu la lasci. E per voi, voci di uccelli e profumi
di fiori del giardino, che mentre uscite, strada
facendo vi mescolate fra di voi, in modo che non
riesco a indovinare a quale uccello e a quale fiore
appartenete. O perfino all'ignoto e inesistente
fiore-uccello che canta e contemporaneamente
emana profumo? La porta della mia casa vi è
aperta, amici? La porta, dietro alla quale, dopo
averla aperta, vedrete su su in alto il cielo per la
chioma del melo, su cui una volta maturano i pomi
e un'altra volta le stelle e le finestre, il contenuto
delle quali si riflette sui vetri dei quadri alla parete.
Le arricchisce e incessantemente rende diverse.
Simili a sogni, come è simile ai sogni tutto nella
mia vita e nelle mie poesie, alle quali assomigliano
i miei sogni? La porta della mia casa vi è aperta,
amici? In cui sono giovani tutti i miei ricordi
come sono giovani tutti i miei amori finora vissuti
e non invecchiano, come non invecchiano i giovani
abeti con i quali sono fatte le sedie, la tavola,
le scale e gli scaffali. Come non invecchiano tutti
i miei libri letti e non letti. E in essi i già da secoli
giovani amanti e i giovani morti. Come rimarrà
in eterno giovane la luna sopra la chioma
dell'albero nella notte, le cui radici sono rimaste
nel palmo della mano del pittore Safet Zec?.
La porta della mia casa vi è aperta, amici? Giorno
e notte. La porta della casa, nella quale invecchiano
solo i volti degli specchi.


Traduzione Jolka Milic
da: Josip Osti, Rosa Mystica, 2008, Multimedia Edizioni.

Josip Osti è nato a Sarajevo nel 1945 e vive fra Tomaj, in Carso, Ljubljana e Sarajevo.
Ha all’attivo dieci raccolte di poesie, libri di saggi-stica e critica letteraria, libri per l'infanzia e diverse antologie. Ha tradotto circa ottanta libri svolgendo un'operazione di continuo scambio tra la letteratura bosniaca e quella slovena.
Le sue poesie sono presenti in numerose antologie e tradotte in più lingue (italiano, sloveno, turco, inglese, boemo, polacco, greco).
Sei le traduzioni italiane, "Barbara e il barbaro" (1995), "Il libro dei morti di Sarajevo" (1997), l’antologia "Con l’oro antico dei ricordi" (1997), Poesie (1999) e “Confliti – Poesia delle molte guerre” (2001), e per Multimedia Edizioni / Casa della poesia, "L'albero che cammina" (2005) e "Rosa Mystica" (2008).
Ha ricevuto riconoscimenti per le traduzioni e molti premi letterari, tra i quali spicca il Premio Internazionale "Vilenica ’94".

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