Poesia Vagabonda 2013

28 e 29 SETTEMBRE 2013
BIBLIOTECA ARCHIMEDE - SALA PRIMO LEVI
SETTIMO TORINESE Piazza Campidoglio, 50 - ORE 17

ASSOCIAZIONE CULTURALE DUE FIUMI
in collaborazione con ECM, Biblioteca ARCHIMEDE e
CITTA’ di SETTIMO TORINESE

ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili
info tel 3398099472
mail: manricolaz@libero.it


martedì 10 novembre 2009

“Crocefissi, tanto rumore per nulla” di Angela Donna



Mi chiedo, nella mia semplicità (ma, beati i puri di cuore…) perché “tanto rumore per nulla”: nuovamente polemica sul crocefisso. Ci si appella alla nostra tradizione («La Corte Europea sbaglia. Il crocefisso in classe non è soltanto un simbolo religioso ma è un simbolo della nostra tradizione. Nessuno vuole imporre nulla, chiediamo però che non siano cancellati i nostri simboli». Maristella Gelmini).

La nostra tradizione – simboli compresi - è più che mai presente intorno a noi, nelle grandiose architetture religiose, nelle innumerevoli chiese e nei loro riti, (spesso un microscopico paesetto ha imponenti parrocchie e campanili), nei cimiteri, nelle istituzioni religiose, nelle nostre opere d’arte, nella letteratura e filosofia, anche nel nostro linguaggio e intercalare quotidiano…
Tutto ciò non lo potremmo comprendere ed amare, fino in fondo, senza conoscenza e, conseguente, rispetto della cosiddetta “tradizione” . Si “respira” la nostra tradizione.

Non abbiamo bisogno di un minuscolo crocefisso in aula per “testimoniarci” cristiani cattolici. La fede cristiana è semmai un fatto di coscienza e di esempio di vita, di santità personale.

I “simboli” di per sé non garantiscono la sopravvivenza vitale e autentica di una tradizione, né di una religione: nella nostra contemporaneità, specie per molti giovani, questi simboli sono vuoti, non significano nulla o molto poco (la Gelmini dovrebbe saperlo). Per questo, a volte, il crocefisso viene girato faccia al muro o non c’è (e forse, mi dico, è meglio poiché così non “”vede” gli agnelli marchiati a fuoco dagli studenti di questo paese così cristiano…)

Che ci piaccia o no, a qualunque corrente politica apparteniamo, lo Stato deve essere laico. Oggi, forse, ancora più di ieri. Lo esigono i tempi. Accanto ai cristiani e ai cattolici, esistono sempre più numerosi cittadini atei e non credenti, cittadini europei di altre confessioni, cittadini di nazionalità extra europee che professano credi diversi. Lo spazio della “comunità” richiede il rispetto e l’uguaglianza di ognuno.

Poi, mi dico, ci siamo mai chiesti quanti cristiani cattolici abbiano ancora nelle loro case private un crocefisso appeso o una acquasantiera? O magari portino un crocefisso appeso al collo ? (il TAU di San Francesco per esempio che, in quanto a Cristianesimo e imitazione di Cristo, ne sapeva qualcosa…pur rimanendo interno alla Chiesa temporale sfavillante di ori e di ipocrisia…) Chiediamocelo, invece di imporre un crocefisso per tutti a scuola o nelle aule dei tribunali: e qui mi viene in mente “il giudizio di Dio”, l’ordalia di barbarica memoria…
E poi, se proprio vogliamo tirare in causa il Cristo, lui perdonò anche il ladrone…e come mai allora noi così cristiani, non perdoniamo Di Summa?.

Lo Stato sia laico davvero: le Fedi vengano insegnate nei luoghi deputati: parrocchie, sinagoghe, moschee…dove si può e si deve continuare a tenere vivo il Credo e i suoi simboli e riti.

Infine, se proprio vogliamo parlare di salvaguardia della nostra “tradizione e cultura”, come mai – faccio solo un esempio - la “patria del tricolore” - e cioè Reggio Emilia - come recita una iscrizione in bella mostra nella sua stazione ferroviaria- è diventata la “Patlia del Tlicolole” ? (nessuno si offenda). Uscendo dalla suddetta stazione ci si trova in un quartiere interamente ed esclusivamente lottizzato dai cinesi, non vi è più traccia di italiani o di altre etnie. In questo caso non ci preoccupa più la salvaguardia della nostra tradizione? delle origini dei nuclei storico sociali delle nostre città, della loro e nostra cultura ? Qui, per ovvi interessi di altra natura, si può stravolgere l’anima del paese senza batter ciglio? Non si tratta anche in questo caso di noi e della nostra tradizione?.

Angela Donna
(Italiana credente e praticante)

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1 commento:

silvana copperi ha detto...

questo articolo è bellissimo.
degno di essere letto e condiviso.
grazie ad Angela per avermi chiarito le idee.
anche se io non mi professo credente condivido la parola e l'insegnamento di Cristo e credo che anche lui oggi nella sua lungimiranza e purezza sarebbe d'accordo nel sostenere che vale molto di più quello che alberga nel nostro cuore e nella nostra mente e che il senso di giustizia e umanità non si misura unicamente in ciò che vediamo ma in quello che sentiamo e professiamo.

silvana copperi