(Genova, 15 maggio 2009, venerdi)
378_ROVINE
degli uccelletti a piccoli balzi
esplorano il giardino incolto,
piegando appena gli archi di rovi
che lo ricoprono per intero
dicono che le città senza di noi
in poche stagioni sarebbero invase e distrutte
dalla forza di rami e radici:
dal basso spezzando il cemento,
da sopra avvolgendo in groviglio di spine
se non tagliassi l’erba ogni giorno,
tutto ne sarebbe sommerso,
mi dice il custode del cimitero:
considero oltre il muro le circostanti abitazioni
come lapidi di marmo già percorse dalle crepe,
l’asfalto dei vialetti senza più ruote,
le luminarie ormai spente,
un arredo funebre a sua volta sepolto
solo il nostro sguardo apprezza
il fascino delle rovine,
in un mucchio di sassi nascosto dal bosco.
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sabato 23 maggio 2009
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