(Genova, 8 novembre 2010, lunedi)
528_LIBECCIO
imbiancano di schiene curve il mare,
le onde condotte all’assalto
da questo vento contro la diga
raggiunti dagli spruzzi ci tratteniamo
dal gettarci a terra in cerca di riparo
o più lontani misuriamo l’altezza
degli scoppi di schiuma
non si può guardare il mare
senza pagarne le pene:
spinti dal suo moto e da un demone in cuore
c’è sempre un limite con cui ci confrontiamo,
sia il muro che d’impeto scaliamo
o il bordo del catino in cui siamo confinanti.

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