113_LA MINIERA
(Genova, 19 marzo 2008, mercoledi)
per un attimo prima di aprire,
spio all’esterno tra i listelli della persiana:
la brezza e il chiarore
risale agli occhi dalle strette fessure,
con la schiena ancora nella penombra e nel tepore,
prendo fiato per affrontare
l’aria libera e la luce diretta
come sulla soglia di un buio corridoio
che sbuca nell’arena,
di una profonda miniera da cui risalgo in superficie
e all’uscita ritrovo
i cumuli di scorie, gli attrezzi in disuso,
il pesco fiorito malgrado la fucina sempre in moto
un ascensore nella notte ci porta sul fondo
ad estrarre fino al mattino un ignoto minerale,
che alla luce non rivediamo mai forgiato
in utile o nobile metallo,
né incastonato in prezioso gioiello,
nè ornamento di collo, né insegna di corona
un misterioso elemento
che ci abbaglia mentre lo stacchiamo a colpi di martello
e avvicinandosi alla luce decade
in opaca scheggia di misera pietra,
un inesauribile giacimento di parole
in cui scaviamo a vita.
mercoledì 26 marzo 2008
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