115_NAVE ALLA FONDA
(Genova, 24 marzo 2008, lunedi)
una nave dallo scafo rosso
attende alla fonda il suo turno d’ingresso:
la prua è rivolta al mare aperto,
all’origine odierna del vento,
alla collana di nuvole
distesa in mostra nel vassoio azzurro,
sul velluto blù appese in vetrina
il porto nel giorno festivo è deserto,
le grù in riposo senza muovere gambe
alzano le braccia indicando il motivo:
un cielo sereno rallenta ogni lavoro
l’occhio vi si perde, la mano esita,
la volontà è dubbiosa:
l’esempio evidente della primavera
rende forzato qualunque dovere,
per un istante, si avverte che il compenso fornito
non può ripagare le ore in cui ci viene tolta
la visione di tale soffitto
forse basta poco per rendersene conto
ma di sicuro costa molto,
invertire la rotta prima di farsi trovare in banchina:
nella notte invece aver preso il largo,
gettare in mare il carico che ci avevano affidato,
ammainare le bandiere di nazione ed armatore,
issare sul pennone l’unico segnale
di non servire né dominare
veniamo da un passato di navigazione in obbedienza,
di ripetuti consigli all’orecchio,
di esemplari modelli mostrati all’equipaggio,
di comandi scanditi sul ponte,
di ordini diffusi fra gerarchie
da una gabbia di ferro,
trasferiti da poco in una vasca di vetro:
strisciamo sulle pareti osservando come fuori
si alterni il buio col giorno,
la stagione fiorisca, maturi e decada,
e nell’acqua sempre più torbida,
la nostra vita riflessa abbia sulla coda
un marchio stampato e un prezzo imposto.
mercoledì 26 marzo 2008
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