

venerdì 27 giugno 2008
(Genova, 24 giugno 2008, martedi)
228_MATERIA PRIMA
prima che il soli passi l’angolo
dissetavo le piante
nell’oasi in penombra del primo mattino:
dal buio della camera
una camicia bianca una vestaglia rosa
un risveglio di pelle appare
ancora vestita da sonno,
una donna si affaccia da molte finestre insieme,
come da unica casa
con molteplici stanze diffuse
ammirato curioso dell’altro sesso,
resto in moto
con questa fonte di energia:
mentre lo consumo senza risparmio,
il tempo rimasto
è un elemento prezioso in esaurimento,
che scavo più a fondo
senza ormai ripagare il costo di estrazione.
228_MATERIA PRIMA
prima che il soli passi l’angolo
dissetavo le piante
nell’oasi in penombra del primo mattino:
dal buio della camera
una camicia bianca una vestaglia rosa
un risveglio di pelle appare
ancora vestita da sonno,
una donna si affaccia da molte finestre insieme,
come da unica casa
con molteplici stanze diffuse
ammirato curioso dell’altro sesso,
resto in moto
con questa fonte di energia:
mentre lo consumo senza risparmio,
il tempo rimasto
è un elemento prezioso in esaurimento,
che scavo più a fondo
senza ormai ripagare il costo di estrazione.
(Settimo, giovedi 26 giugno 2008)_243
Notte di goccia,
dal tubo del condizionatore
escono le parole.
Notte di zanzara e rana.
Notte di goccia,
sudata è la pianura che di verde vestita
tira su il sudario
sulla mattina.
Mattina nelle linee che fanno i gatti
mentre tornano ai loro angoli,
riflettono il tempo dai semi neri dell'anguria
trangugiata in tutta fretta,
sputati i semi come minuti inutili.
Notte di goccia,
dal tubo del condizionatore
escono le parole.
Notte di zanzara e rana.
Notte di goccia,
sudata è la pianura che di verde vestita
tira su il sudario
sulla mattina.
Mattina nelle linee che fanno i gatti
mentre tornano ai loro angoli,
riflettono il tempo dai semi neri dell'anguria
trangugiata in tutta fretta,
sputati i semi come minuti inutili.
lunedì 23 giugno 2008
227_LA SCALA
(Genova, 20 giugno 2008, venerdi)
prima che il sole spunti o dopo che tramonta,
in un punto che il giorno trapassa o la notte si arrende,
ho lasciato in alto le luci sulla strada
per scendere questa scala che porta in stazione:
qualcuno in cima l’ha appena imboccata,
più avanti mi precede una schiena
che sparisce alla curva
è un tragitto solitario in pendenza,
che ognuno per proprio conto percorre:
per quanto sia veloce o lento il passo,
non raggiungo e mai sono superato dagli altri viandanti,
che sempre alla stessa distanza si tengono
proseguendo, qualche lampada manca,
altre più fioche tremano incerte,
come il piede sul gradino
o la mano sull’appiglio che sfugge
ho il biglietto già pagato
e in qualunque ora mi presento al binario,
il treno giusto spunta in quel momento dalla galleria:
è la morte ragazzi, che viene,
la nostra in quella sparsa sul mondo.
(Genova, 20 giugno 2008, venerdi)
prima che il sole spunti o dopo che tramonta,
in un punto che il giorno trapassa o la notte si arrende,
ho lasciato in alto le luci sulla strada
per scendere questa scala che porta in stazione:
qualcuno in cima l’ha appena imboccata,
più avanti mi precede una schiena
che sparisce alla curva
è un tragitto solitario in pendenza,
che ognuno per proprio conto percorre:
per quanto sia veloce o lento il passo,
non raggiungo e mai sono superato dagli altri viandanti,
che sempre alla stessa distanza si tengono
proseguendo, qualche lampada manca,
altre più fioche tremano incerte,
come il piede sul gradino
o la mano sull’appiglio che sfugge
ho il biglietto già pagato
e in qualunque ora mi presento al binario,
il treno giusto spunta in quel momento dalla galleria:
è la morte ragazzi, che viene,
la nostra in quella sparsa sul mondo.
226_HAI NOTATO
(Genova, 19 giugno 2008, giovedi)
mentre scendiamo dal bordo verde al centro,
dallo smeraldo al turchese in un mattino prezioso,
hai notato come più spesso camminando
ti stringo il braccio
o seduti accanto, la mano carezza il polpaccio
hai notato come il corpo parli per primo,
il minimo gesto contenga l’intero discorso,
del tempo che si riduce,
mentre aumenta la vicinanza
tentativi di prolungare il contatto,
con insistente affetto o per incalzante paura,
come aggrapparsi alla ringhiera
nel tratto finale della discesa,
quello più ripido che termina in galleria.
(Genova, 19 giugno 2008, giovedi)
mentre scendiamo dal bordo verde al centro,
dallo smeraldo al turchese in un mattino prezioso,
hai notato come più spesso camminando
ti stringo il braccio
o seduti accanto, la mano carezza il polpaccio
hai notato come il corpo parli per primo,
il minimo gesto contenga l’intero discorso,
del tempo che si riduce,
mentre aumenta la vicinanza
tentativi di prolungare il contatto,
con insistente affetto o per incalzante paura,
come aggrapparsi alla ringhiera
nel tratto finale della discesa,
quello più ripido che termina in galleria.
(Settimo, domenica 22 giugno 2008)_241
DOMENICA D'ESTATE
La prima domenica d'estate:
l'odore del fieno asciutto, pronto da portare in cascina,
lo ricordo,
mentre osservo l'uomo con il rastrello di legno
che raccoglie fieno e memoria
memoria di odori mai dimenticati
di gesti fermi
di persone senza più indirizzo
senza aria condizionata
come vite
in periferiche derive
aria viziata
aria vigilata.
Aria solo aria..
Domenica d'estate
e prendi una vecchia vespa bianca,
e via via.....
su per la strada della collina:
vedi la città immersa nella foschia afosa
che respira e suda si affanna, parla alla pianura,
girandosi nella mattina giaciglio
aspettando la sera e un filo d'aria.
DOMENICA D'ESTATE
La prima domenica d'estate:
l'odore del fieno asciutto, pronto da portare in cascina,
lo ricordo,
mentre osservo l'uomo con il rastrello di legno
che raccoglie fieno e memoria
memoria di odori mai dimenticati
di gesti fermi
di persone senza più indirizzo
senza aria condizionata
come vite
in periferiche derive
aria viziata
aria vigilata.
Aria solo aria..
Domenica d'estate
e prendi una vecchia vespa bianca,
e via via.....
su per la strada della collina:
vedi la città immersa nella foschia afosa
che respira e suda si affanna, parla alla pianura,
girandosi nella mattina giaciglio
aspettando la sera e un filo d'aria.
(Settimo, sabato 21 giugno 2008)_240
NELLA NOTTE CALDA
Soltanto le lampade blù che bruciano le zanzare
nella sera afosa,
fanno da sottofondo alle parole.
Tre giovani poeti
vanno a cercare fortuna
e la luna si riempie di sudate lingue
sanguinanti parole
di urla lanciate
finite bruciate
come le zanzare nella notte calda.
Nella notte poesia,
dei giacigli di fortuna
nelle mattine precarie
nei buoni pasto
che non sono un pasto.
Negli alfabeti inventati,
nel sangue versato:
alle appartenenze del niente
a sogni improbabili
dei frigidaire
con ghiaccio colorato
e bollicine vicine
negli intestini malati
dal troppo cartone degli imballaggi.
Le parole dei poeti senza confezioni senza cartoni
perché servono ai barboni.
Ma essere li è vita!
Mentre dalla ferrovia
passano i treni regionali quelli dei pendolari.
Poi gli occhi guardano le nuvole
e la notte
che si vorrebbe non finisse mai!
NELLA NOTTE CALDA
Soltanto le lampade blù che bruciano le zanzare
nella sera afosa,
fanno da sottofondo alle parole.
Tre giovani poeti
vanno a cercare fortuna
e la luna si riempie di sudate lingue
sanguinanti parole
di urla lanciate
finite bruciate
come le zanzare nella notte calda.
Nella notte poesia,
dei giacigli di fortuna
nelle mattine precarie
nei buoni pasto
che non sono un pasto.
Negli alfabeti inventati,
nel sangue versato:
alle appartenenze del niente
a sogni improbabili
dei frigidaire
con ghiaccio colorato
e bollicine vicine
negli intestini malati
dal troppo cartone degli imballaggi.
Le parole dei poeti senza confezioni senza cartoni
perché servono ai barboni.
Ma essere li è vita!
Mentre dalla ferrovia
passano i treni regionali quelli dei pendolari.
Poi gli occhi guardano le nuvole
e la notte
che si vorrebbe non finisse mai!
sabato 21 giugno 2008
NuvoleDonne nella Notte della Poesia a Genova
venerdì 20 giugno 2008
Massimo Barbaro - da "Empito", e-book, 2008.
Raggi da una nuvola, lontana. Qui non è comme au coté
wallon, che gli strati coprono tutto, anche gli animi, e non solo
i contorni delle cose. C’è sempre, in lontananza, un segno che
da qualche altra parte, tra del tempo, c’è sole.
Non c’è bisogno di vedere per saperlo. E siamo grati alle
nuvole, senza le quali non ci accorgeremmo del cielo.
Massimo Barbaro è nato a Taranto nel 1962.
Dalla fine degli anni '80 ha pubblicato articoli e poesie su varie riviste,
ed una raccolta di poesia (Il silenzio interrotto, Firenze Libri, 1989).
Dal 2004 gestisce il weblog "System-Error. Apofatie, aplografie..."
(www.system-error.splinder.com).
wallon, che gli strati coprono tutto, anche gli animi, e non solo
i contorni delle cose. C’è sempre, in lontananza, un segno che
da qualche altra parte, tra del tempo, c’è sole.
Non c’è bisogno di vedere per saperlo. E siamo grati alle
nuvole, senza le quali non ci accorgeremmo del cielo.
Massimo Barbaro è nato a Taranto nel 1962.
Dalla fine degli anni '80 ha pubblicato articoli e poesie su varie riviste,
ed una raccolta di poesia (Il silenzio interrotto, Firenze Libri, 1989).
Dal 2004 gestisce il weblog "System-Error. Apofatie, aplografie..."
(www.system-error.splinder.com).
lunedì 16 giugno 2008
223_NUVOLE A MEMORIA
(Genova, 15 giugno 2008, domenica)
un pesciolino grigio
è inseguito da una mostruosa creatura
che il vento gli sospinge in coda:
alla prossima curva la puntata prosegue
con personaggi mutati e intricate vicende
di casate potenti che inghiottono isolati castelli
nel mattino sereno,
del precedente cielo non rimane che un velo di foschia:
nessuna notizia della pancia di drago
che sbuffando contorto ci ha tormentato nella pagina di ieri,
su nessun rigo il racconto
dello squadrone che inseguito da scirocco,
ha risalito in furia la valle
e solo a memoria rimane il passaggio incoerente
di vele, pesci e cavalli
di cui sdraiati scriviamo da nuvole o sogni.
(Genova, 15 giugno 2008, domenica)
un pesciolino grigio
è inseguito da una mostruosa creatura
che il vento gli sospinge in coda:
alla prossima curva la puntata prosegue
con personaggi mutati e intricate vicende
di casate potenti che inghiottono isolati castelli
nel mattino sereno,
del precedente cielo non rimane che un velo di foschia:
nessuna notizia della pancia di drago
che sbuffando contorto ci ha tormentato nella pagina di ieri,
su nessun rigo il racconto
dello squadrone che inseguito da scirocco,
ha risalito in furia la valle
e solo a memoria rimane il passaggio incoerente
di vele, pesci e cavalli
di cui sdraiati scriviamo da nuvole o sogni.
221_IL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE
(Genova, 23 maggio 2008, venerdi)
la ripida salita è mitigata da un venticello in poppa,
una ragazza in punta di piedi,
si tende verso un ciliegio:
ma il cancello è troppo alto,
il ramo distante,
il frutto non maturo
raggiunta la cima, il cielo intanto si è annerito:
il nòcciolo spolpato di ogni dolcezza
nel ricordo indugia fra i denti
e nel cammino amaro viene sputato.
(Genova, 23 maggio 2008, venerdi)
la ripida salita è mitigata da un venticello in poppa,
una ragazza in punta di piedi,
si tende verso un ciliegio:
ma il cancello è troppo alto,
il ramo distante,
il frutto non maturo
raggiunta la cima, il cielo intanto si è annerito:
il nòcciolo spolpato di ogni dolcezza
nel ricordo indugia fra i denti
e nel cammino amaro viene sputato.
(Settimo, domenica 15 giugno 2008)_235
VIAGGIO DI RITORNO
Il treno è giunto all'imbocco di un altro treno,
sulla pianura c’è chi mi aspetta con un ombrello giallo e blù,
il naso all'insù
e mi dici non ci capiamo più,
sarà per il tempo che fa:
proprio qua!
Proprio adesso!
Dalle nuvole grigie si stacca un pezzo di azzurro,
quasi una briciola del cielo-pane,
un bimbo sale sulla giostra.
Un cane annusa l'aria,
guarda in lontananza,
abbaia.
VIAGGIO DI RITORNO
Il treno è giunto all'imbocco di un altro treno,
sulla pianura c’è chi mi aspetta con un ombrello giallo e blù,
il naso all'insù
e mi dici non ci capiamo più,
sarà per il tempo che fa:
proprio qua!
Proprio adesso!
Dalle nuvole grigie si stacca un pezzo di azzurro,
quasi una briciola del cielo-pane,
un bimbo sale sulla giostra.
Un cane annusa l'aria,
guarda in lontananza,
abbaia.
(Settimo, sabato 14 giugno 2008)_234
GENOVA
Odore vicino a odore
voci che s’intrecciano.
Nei muri vicini
battono le lontananze dei cuori.
Il lastricato si è bagnato.
Marco smonta l'impianto audio imprecando, poco:
in fondo credo che gli piace smontare impianti.
Avrei voluto stare lì sotto la pioggia a leggere
mentre ci accompagnano in un buon posto
e leggiamo le Nuvoledonne
poi Gianriccardo suona la trombetta colorata
qualcuno sorride
qualcuno non capisce.
Genova è lì vicino a Genova.
Mobile perfetto
finestra dentro finestra
paesaggio dentro il cielo
un po’ grigio un po’ notte temporale
aria fresca
mattino lucente
brezza leggera.
Sento le tortore sul cornicione.
Il mare,
occhio dentro occhio,
passo dentro passo,
ascolto Genova…
Genova,
apro la finestra
laggiù tra i colori
battono le vicinanze dei cuori.
GENOVA
Odore vicino a odore
voci che s’intrecciano.
Nei muri vicini
battono le lontananze dei cuori.
Il lastricato si è bagnato.
Marco smonta l'impianto audio imprecando, poco:
in fondo credo che gli piace smontare impianti.
Avrei voluto stare lì sotto la pioggia a leggere
mentre ci accompagnano in un buon posto
e leggiamo le Nuvoledonne
poi Gianriccardo suona la trombetta colorata
qualcuno sorride
qualcuno non capisce.
Genova è lì vicino a Genova.
Mobile perfetto
finestra dentro finestra
paesaggio dentro il cielo
un po’ grigio un po’ notte temporale
aria fresca
mattino lucente
brezza leggera.
Sento le tortore sul cornicione.
Il mare,
occhio dentro occhio,
passo dentro passo,
ascolto Genova…
Genova,
apro la finestra
laggiù tra i colori
battono le vicinanze dei cuori.
sabato 14 giugno 2008
(Settimo, martedi 10 giugno 2008)_232
GLI IDRAULICI
Nel pomeriggio di giugno
l'idraulico anziano mi parla dei tubi di piombo
che installava quando era giovane.
Adesso è tutto cambiato:
certo si lavora meglio, tutto è più comodo mi dice,
con gli occhi chiari degli idraulici.
Sono concreti gli idraulici, vanno al sodo:
basta parlargli di nuvole fatte passare per i tubi,
magari di rame o multistrato come si usa adesso.
E allora vedi l'occhio chiaro sognare:
le nuvole ed il mare...
perchè per gli idraulici il mare andrebbe fatto passare
per un tubo che hanno sognato nelle notti dove la nebbia
è diventata una tazza di caffè al mattino
Sono banditi gli idraulici,
ma di quelli di cui puoi fidarti ancora una volta.
GLI IDRAULICI
Nel pomeriggio di giugno
l'idraulico anziano mi parla dei tubi di piombo
che installava quando era giovane.
Adesso è tutto cambiato:
certo si lavora meglio, tutto è più comodo mi dice,
con gli occhi chiari degli idraulici.
Sono concreti gli idraulici, vanno al sodo:
basta parlargli di nuvole fatte passare per i tubi,
magari di rame o multistrato come si usa adesso.
E allora vedi l'occhio chiaro sognare:
le nuvole ed il mare...
perchè per gli idraulici il mare andrebbe fatto passare
per un tubo che hanno sognato nelle notti dove la nebbia
è diventata una tazza di caffè al mattino
Sono banditi gli idraulici,
ma di quelli di cui puoi fidarti ancora una volta.
(Settimo, lunedi 9 giugno 2008)_231
CREMONA
Cremona di domenica
una città ovattata
la città dei maestri lituai.
Il silenzio di angoli senza spigoli
per sentire meglio.
I piccioni che sono pochi e discreti:
come i cittadini respirano piano per non disturbare,
una città non città,
sospesa tra la pianura e il cielo.
Solo i poeti fanno rumore con le parole
si abbracciano e parlano di come una nuvola
li abbia fotografati,
regalano poesie,
strappate ai pochi piccioni che guardano la piazza.
CREMONA
Cremona di domenica
una città ovattata
la città dei maestri lituai.
Il silenzio di angoli senza spigoli
per sentire meglio.
I piccioni che sono pochi e discreti:
come i cittadini respirano piano per non disturbare,
una città non città,
sospesa tra la pianura e il cielo.
Solo i poeti fanno rumore con le parole
si abbracciano e parlano di come una nuvola
li abbia fotografati,
regalano poesie,
strappate ai pochi piccioni che guardano la piazza.
mercoledì 11 giugno 2008
NuvoleDonne a Genova
in occasione del 14° Festival Internazionale di Poesia
venerdi 13 giugno ore 22.00
Piazza Pellicceria
( adiacente Palazzo Spinola )
GENOVA
NUVOLEDONNE
lettura poetica
di Enrico Mario Lazzarin e Gianriccardo Scheri
lunedì 9 giugno 2008
mercoledì 4 giugno 2008
NuvoleDonne a Cremona
In occasione del Festival CremonaInPoesia
domenica 8 giugno 2008 - dalle 15,30
portici di Piazza Duomo a Cremona
NUVOLEDONNE
domenica 8 giugno 2008 - dalle 15,30
portici di Piazza Duomo a Cremona
NUVOLEDONNE
lettura poetica di Enrico Mario Lazzarin e Gianriccardo Scheri
durante l'edizione di Poesia A Strappo
organizzata dal Circolo Poetico Correnti di Crema
durante l'edizione di Poesia A Strappo
organizzata dal Circolo Poetico Correnti di Crema
In questa occasione vengono presentati I testi di Enrico Mario Lazzarin,
estratti da quelli prodotti per l’iniziativa del blog poetico di Meteo Diario
e scelti per l’argomento che li accomuna:
brevissime storie di donne, ritratti femminili presi dal vero e tradotti in versi,
dettagli di esistenza comune colti con affettuosa partecipazione.
A loro si affiancano alcuni “ritratti di signora” di Gianriccardo Scheri,
in cui è la città di Genova a mostrarsi nella stagione invernale
con un femminile mutare d’abito.
martedì 3 giugno 2008
(Settimo, venerdi 30 maggio 2008)_226
L'UOMO CON LA CRAVATTA DA VENDITORE DI PENTOLE
Tutto è andato,
come la pioggia dopo una settimana:
nuvole e tergicristalli
ombrelli e posacenere
giornali e lavatrici
vitamine e aspirine
sigarette senza tabacco che sanno di tabacco
quadri falsi di Picasso
piatti di carta
accendini con Toro Seduto che sta in piedi e fuma disperato,
per essere diventato un accendino usa-getta
televisori al plasma
all’ultimo sangue del telegiornale,
caramelle colorate
come le unghie della cassiera
di cui ricordo solo le mani aperte e ben fatte
lo sguardo cattivo
e l'orologio da sub,
a cosa gli servirà,
al bar Centro,
poi ho visto l'uomo con la cravatta da venditore di pentole
ultimo cliente
andare via sotto la pioggia pieno di malinconia.
L'UOMO CON LA CRAVATTA DA VENDITORE DI PENTOLE
Tutto è andato,
come la pioggia dopo una settimana:
nuvole e tergicristalli
ombrelli e posacenere
giornali e lavatrici
vitamine e aspirine
sigarette senza tabacco che sanno di tabacco
quadri falsi di Picasso
piatti di carta
accendini con Toro Seduto che sta in piedi e fuma disperato,
per essere diventato un accendino usa-getta
televisori al plasma
all’ultimo sangue del telegiornale,
caramelle colorate
come le unghie della cassiera
di cui ricordo solo le mani aperte e ben fatte
lo sguardo cattivo
e l'orologio da sub,
a cosa gli servirà,
al bar Centro,
poi ho visto l'uomo con la cravatta da venditore di pentole
ultimo cliente
andare via sotto la pioggia pieno di malinconia.
(Settimo, giovedi 29 maggio 2008)_225
IL SOLE RACCONTATO
Questo temporale
che non finisce più.
Il Po mette
paura
antica.
Non si ferma più !
Acqua che scende forte
da giorni,
porterà via terra e terra, sassi e ghiaia
cemento e asfalto,
bullone arruginito
che non si svita come una vita
fatta di sudore e fatica.
Non sai ;
nelle pieghe di un istante ,
che non fugge e bagna come questo lungo temporale
quest’acqua
che fa male al gelso
che ritorna vicino al trifoglio
per vivere tre settimane
e sono settimane di pena
saper aspettare
che la luna tramonti
perchè il sole raccontato non è quello che scalda.
IL SOLE RACCONTATO
Questo temporale
che non finisce più.
Il Po mette
paura
antica.
Non si ferma più !
Acqua che scende forte
da giorni,
porterà via terra e terra, sassi e ghiaia
cemento e asfalto,
bullone arruginito
che non si svita come una vita
fatta di sudore e fatica.
Non sai ;
nelle pieghe di un istante ,
che non fugge e bagna come questo lungo temporale
quest’acqua
che fa male al gelso
che ritorna vicino al trifoglio
per vivere tre settimane
e sono settimane di pena
saper aspettare
che la luna tramonti
perchè il sole raccontato non è quello che scalda.
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